“Old blue back” è il nuovo singolo degli Uncle Muff, attualmente disponibile in radio e in digitale. Il brano è un affresco sonoro disegnato con ruvide pennellate di blu che tracciano un paesaggio in cui un’anima naufraga in mezzo a un oceano di lontananza dal mondo. Onde di irrequietezza si fondono con un cielo incerto dipingendo un quadro vibrante di introspezione e desiderio di vita.
Il calore di un abbraccio diventa fine dell’attesa, rifugio dalla vastità delle direzioni possibili e, nel finale, un’apertura alla possibilità restare semplicemente dove si è.
Come avete trovato il vostro sound distintivo all’inizio della vostra carriera musicale?
Il sound della band è evoluto molto negli anni, all’inizio eravamo più rockettoni, chitarrone distorto, assoli e sonorità ammiccanti. Col tempo ci siamo staccati da quello stile per dedicarci a qualcosa di un po’ più sperimentale, suoni più insoliti, ritmi un po’ sghembi e un cantato un po’ più circense. E’ un’evoluzione abbastanza spontanea e inesorabile che non sappiamo dove ci porterà.
Quali influenze musicali hanno contribuito a plasmare lo stile sonoro della band “Uncle Muff” fin dai suoi esordi?
Ognuno nella band ha gusti musicali abbastanza diversi ma convergiamo abbastanza su 3 nomi Tom Waits, Nick cave e Neil young. Sono tre giganti della musica che non cerchiamo di scimmiottare ma dobbiamo molto a loro e personalmente li adoro perché sono tra i pochi che mi accendono la voglia di suonare e di perdermi nella musica, qualunque musica essa sia.
In che modo il nome “Uncle Muff” riflette la vostra identità musicale e l’approccio creativo della band?
L’ironia regna sovrana i tantissimi nostri pezzi e la vita nella band è sempre divertente e leggera. Uncle Muff nasce da un brain storming che era partito più o meno seriamente finchè abbiamo iniziato spingerci su un terreno un po’ più delirante. Finchè qualcuno ha citato l’odore di muffa che la sala prove del tempo emanava e da lì qualcuno, non ricordo chi, ha proposto il nome Uncle Muff che ha suscitato sonore risate e pacche sulle spalle. Eravamo coscienti che muff in inglese non significa muffa ma questo rendeva la cosa più insensata, quindi fu approvato.
Ci sono temi o messaggi ricorrenti nelle vostre canzoni?
No, tutti i pezzi parlano di qualcosa di diverso, molto di rado sono temi classici come l’amore. Ci sono brani ironici e scherzosi, brani con testi grotteschi, alcuni oscuri e inquietanti. I testi nascono spesso da suggestioni, da sogni notturni o frasi che suonano musicali.
Qual è la vostra canzone preferita da eseguire dal vivo e perché?
Dipende molto dal periodo, in questo periodo dal vivo stiamo suonando brani del terzo album e tra queste Unlikely tango ultimamente mi piace come esce. Ha un ritmo un po’ baldanzoso, inizia con un bel giro di basso, il ritmo tenuto con le mani dal batterista e spesso il pubblico si unisce spontaneamente.
Da dove è nata l’idea per il vostro nuovo singolo?
Nasce da una suggestione ispirata dai due accordi del ritornello. Sono accordi un po’ inusuali e hanno evocato una sensazione di lontananza, in un mare aperto. Una sensazione di tristezza angosciosa, perdita dei punti di riferimento e della stabilità. Il ritornello dice “I want my old blue back” ovvero voglio indietro il mio vecchio blue, la mia vecchia malinconia dolce e amichevole, quella di un tempo in cui anche il blue del mare non era minaccioso e tetro. Il pezzo chiude però con un’apertura a un recupero della realtà, si viene proiettati in un bar affollato e natalizio e dove un abbraccio ci fa riprendere contatto con la realtà.
Quali sono i vostri obiettivi per il futuro in termini di carriera musicale?
Essenzialmente ci piacerebbe continuare la strada che abbiamo intrapreso, continuare a lasciare che le cose fluiscano come è accaduto finora. La musica è ovunque, i pezzi è come se fossero lì in attesa di trovare qualcuno che faccia emergere. Il termine carriera musicale non mi piace molto, preferirei parlare di esperienza musicale e il nostro obiettivo è quello di viverla il più possibile e condividerla con chi apprezza il nostro modo di interpretarla.
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