MILANO – Andrea Tarquini estrae una perla dal suo terzo album “In fondo al ‘900” e raccoglie in un 45 giri i due brani chiave di questo progetto discografico. A questo lato A e lato B il cantautore romano, milanese di adozione, legato artisticamente al celebre Stefano Rosso, affida un’ulteriore riflessione rispetto al recente passato del Paese parlando alla propria generazione e non solo. Incertezze, equilibri precari, tensioni spesso incontrollabili, continuano a restare al centro di una quotidianità che non riesce a essere trasparente ed appare vuota pur essendo, al contrario, convulsamente piena. In questo inviluppo di pensieri Tarquini cerca nel proprio vissuto le ancore a cui tenersi saldo rendendosi conto che sono gli stessi appigli di un Paese potenzialmente alla deriva.
Sulla copertina compare l’opera di Alfred Drago Rens “La petite Gau”.
Lato A
UFO ROBOT
Un brano “nostalgico spensierato” di cui Paolo Giovenchi e Primiano Di Biase hanno firmato l’arrangiamento. La Renault 4 dove trovarono Aldo Moro insieme a Goldrake fanno parte degli anni dell’infanzia dell’artista. Ufo Robot è un piccolo manifesto ideale, un racconto che parte dal passato e arriva all’oggi, ossia ad un Paese, come ritiene Tarquini, che istituisce giornate della memoria, ma lo fa spesso per auto assolversi dalla colpa di non custodire la memoria quotidianamente. Ed è per questo che termina con “tre Franceschi” (De Gregori, Bergoglio, Totti) che sono tutti nati nel ‘900 e sono tutti espressione di passioni antiche.
Lato B
IN FONDO AL ‘900
Una canzone autobiografica, ma con storie applicabili un po’ a chiunque sia coetaneo all’artista. Si tratta di un susseguirsi di “quadri”, immagini, persone e situazioni nate nel secolo scorso. Nello svilupparsi del racconto si arriva a cose dell’oggi che sono comunque figlie del passato e di una memoria custodita. Anche questo brano coinvolge gli affetti personali mischiandoli con la storia del nostro Paese. “In fondo al ‘900” è entrata nella cinquina Tenco 2022 come Miglior Canzone.
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