Quest’anno, folgorato dall’idea di condividere tempo ed una attività con Leonardo (il mio secondo figlio quattordicenne), mi sono iscritto ad un corso di Muay Thai (la Boxe Thailandese). Sorvolo sull’esperienza in sé per soffermarmi su una componente dell’allenamento che mi ha colpito in tutti i sensi: Saper incassare colpi!.
Ebbene si, con le dovute precauzioni e protezioni, per circa 40 minuti dei 90 totali di allenamento, incassi pugni, calci, gomitate, ginocchiate. Questo è importante almeno quanto colpire.
Questa nuova esperienza “atletica” mi ha fatto pensare al mio vissuto manageriale. A seguire provo a riassumere alcune considerazioni con l’augurio che siano di riflessione anche per voi.
Prima considerazione: “Tocca a tutti”.
Volendo essere ottimista nel day by day mi tocca incassare almeno quanto mi tocca colpire. Non fraintendiamo…questo non c’entra con il win-win, la collaborazione, il team ecc. ecc. Ma il conflitto, con i relativi colpi, spesso è alla base di grandi collaborazioni/trattative e qualche volte anche l’epilogo di diverse situazioni.
Seconda considerazione: “non c’è una scuola”.
Non si insegna a come incassare, almeno non in maniera diretta. Tutti abbiamo fatto corsi su come ricevere un feed back, gestire un conflitto, ecc. Ma incassare un bel colpo (una grossa trattativa sfumata, la riorganizzazione che ti dimentica, il collaboratore che ti saluta, ecc. ecc.) chi ti ha mai insegnato a gestirlo? Chi ti ha mai parlato del suo vissuto in questo campo?
Io proporrei una bella rubrica per Business School : “il mio primo knock out manageriale”. Sono certo che le storie non mancherebbero. Non so se aiuterebbe ma di certo ti farebbe sentire in compagnia.
Terza considerazione: “se sei martello…”.
Se incassi e basta prima o poi non avrai più tanta voglia di rialzarti o quanto meno lotterai per cambiare ring. Questo dovrebbe farci riflettere sia quando i colpi li prendiamo ma soprattutto quando li diamo. Un’altra arte raffinata e rara è dosare il bastone con la carota….
Fatte queste considerazioni veniamo al mio, almeno teorizzato e ahimè non tanto vissuto, approccio all’incassare: lo S.P.E.
“S” Stai calmo. Mi arrabbio e tendo a restituire subito colpo su colpo, sono impulsivo e fortunatamente per me ,con gli anni ne ho sempre maggiore consapevolezza. Questo asset (la conoscenza di sé) mi aiuta a riflettere prima di agire a controllare il primo istinto e ragionare sull’accaduto e le conseguenze.
“P” Perché? Penso e mi pongo semplici domande
Questa componente riflessiva ha un grande nemico: noi.
Siamo poco oggettivi e di fronte ad un colpo abbiamo una gran voglia di dimenticare. In questi casi è di grande aiuto un coach, un collega fidato o anche un amico ed una bella birra.
“E” E adesso?
Cosa posso fare? In questa fase mi aiuta ragionare più che alla reazione/azione al colpo ricevuto al motivo per cui reagire/agire. Tra i motivi, un obiettivo aziendale, amor proprio, dare l’esempio, solo sano orgoglio o altro; personalmente, quando agisco sto meglio. Sapere il perché, per cosa o per chi reagisco da un senso al fare.
Perdonate la lunghezza di questo post, lungi da me dare lezioni su questo tema così delicato e personale. Le mie erano solo riflessioni e propositi che francamente scrivevo in primis a me stesso
Tornando alla Muay Tai…non mi piace prendere le botte ma sto imparando a gestirle e contrattaccare e quando mi viene voglia di mollare mi ricordo il motivo per cui sono lì: mio figlio. Così mi alzo, sorrido e vado avanti.
Ugo Papagni, Chief Operating Officer NetCom Group
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