Salvo D’Acquisto verso la beatificazione: il Papa autorizza il decreto

Salvo D’Acquisto verso la beatificazione: il Papa autorizza il decreto
Salvo D’Acquisto verso la beatificazione: il Papa autorizza il decreto

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CITTA’ DEL VATICANO – Dal Policlinico Gemelli, Papa Francesco ha compiuto un passo significativo verso la beatificazione di Salvo D’Acquisto. Nel corso di un’udienza con il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, e monsignor Edgar Peña Parra, sostituto per gli Affari Generali, il Pontefice ha autorizzato il Dicastero delle Cause dei Santi a promulgare una serie di decreti, tra cui quello relativo al giovane carabiniere eroe. Il decreto riconosce ufficialmente “l’offerta della vita” del servo di Dio Salvo D’Acquisto, nato a Napoli il 15 ottobre 1920 e morto a Palidoro il 23 settembre 1943, sacrificandosi per salvare innocenti dalla rappresaglia nazista. Ora, per la proclamazione ufficiale della beatificazione, resta solo il riconoscimento di un miracolo attribuito alla sua intercessione.

Chi era e cosa fece Salvo D’Acquisto

Salvo D’Acquisto nacque a Napoli il 15 ottobre 1920, primogenito di una famiglia numerosa e di umili origini, all’interno della quale assimilò profondi valori cristiani, come sottolineato dal Dicastero per le Cause dei Santi.

A quindici anni, interruppe gli studi per lavorare nella bottega dello zio. Tre anni dopo, nel 1938, si arruolò nell’Arma dei Carabinieri e frequentò la Scuola Allievi Carabinieri di Roma, al termine della quale fu assegnato al Commissariato Generale per le Fabbricazioni di Guerra con il grado di carabiniere.

Nel novembre del 1940, con l’ingresso dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale, fu inviato in Libia, dove prestò servizio fino al settembre 1942. La sua profonda integrità morale gli valse il rispetto e l’ammirazione dei commilitoni, i quali ne apprezzavano la devozione religiosa, evidente nei gesti quotidiani come il segno della croce e la recita del Rosario.

Rientrato in Italia nel settembre 1942, frequentò a Firenze il Corso Intensivo per Allievi Sottufficiali dei Carabinieri e, una volta promosso Vicebrigadiere, fu destinato alla Stazione dei Carabinieri di Torrimpietra.

Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, si trovò a operare in un contesto caotico e pericoloso, segnato dalla fuga del re da Roma e dall’occupazione nazista del Centro e del Nord Italia, che provocò lo sbandamento del Regio Esercito. Il giorno seguente all’armistizio, gli scontri tra soldati italiani e tedeschi, ormai nemici, coinvolsero anche l’area di Torrimpietra.

Il 22 settembre, alcuni militari tedeschi entrarono nella Torre di Palidoro, sede della Guardia di Finanza, trovandola abbandonata. All’interno vi erano casse metalliche contenenti ordigni esplosivi sequestrati in precedenza. Nel tentativo di forzarle, i soldati provocarono accidentalmente un’esplosione che causò la morte di uno di loro e il ferimento grave di altri due.

Ritenendo si trattasse di un attentato, i tedeschi iniziarono le indagini e, in assenza del maresciallo comandante, arrestarono il vicebrigadiere Salvo D’Acquisto. Minacciarono di giustiziare ventidue civili del paese come rappresaglia, se non fosse stato individuato il responsabile dell’esplosione, che in realtà era dovuta all’imprudenza degli stessi soldati.

Per salvare gli ostaggi, D’Acquisto si dichiarò colpevole, assumendosi la responsabilità dell’accaduto. La sua nobile scelta gli costò la vita: fu immediatamente fucilato, mentre i ventidue prigionieri vennero rilasciati.

In riconoscimento del suo eroismo, il 15 febbraio 1945 le Autorità militari italiane gli conferirono la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria.

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