MILANO – “Ricordo quando Emmanuel qualche anno fa andava a scuola, giocava con i suoi amici, mi aiutava a dar da mangiare alle capre e andava a prendere l’acqua al fiume. Da qualche anno non fa più niente di tutto questo: ha un difetto alla vista che peggiora ogni giorno, e ho paura che diventerà cieco”. Cecilia vive in un piccolo villaggio del Ruanda e racconta così la vita di suo figlio Emmanuel, 11 anni, peggiorata progressivamente a causa di una disabilità visiva, curabile con un intervento troppo costoso per la sua condizione di contadina.
Poi è arrivato l’incontro con CBM, che ha permesso a Cecilia di portare Emmanuel all’Ospedale Kabgayi, dove è stato sottoposto a una vitrectomia che lo ha aiutato pian piano a riprendersi. La diagnosi conferma però che il bambino non recupererà mai del tutto la vista: se l’intervento fosse stato eseguito con tempestività, sarebbe stato un successo sicuro, ma nel caso di Emmanuel è avvenuto purtroppo troppo tardi, quando la situazione era purtroppo già molto compromessa.
Ecco perché CBM nei suoi progetti si concentra particolarmente sulla prevenzione, accessibilità e capillarità delle visite per adulti e bambini.
Emmanuel è uno dei tantissimi bambini colpiti da una disabilità visiva che vivono nelle comunità più emarginate del mondo e che, a causa della lontananza geografica dagli ospedali e dalla mancanza di disponibilità economica, non possono accedere in tempo alle cure mediche di base.
In Ruanda, il Paese dove vive Emmanuel, CBM è impegnata con un nuovo progetto quinquennale di inclusive eye health per portare prevenzione e cure anche nelle zone rurali dove le persone, soprattutto i bambini, con disabilità visiva sono tra le più emarginate.
Immerso nell’Africa Orientale, il Ruanda conta 13 milioni di abitanti, di cui – secondo IAPB (Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità) – sono 1,2 milioni le persone con disabilità visive, di cui 23.000 cieche.
Nel concreto, il progetto quinquennale (che durerà fino al 2026) appena avviato riguarda il potenziamento dell’Ospedale Kabgayi e l’attività di formazione all’Ospedale Gahini.
L’ospedale Kabgayi è il principale centro oculistico pediatrico del Ruanda, situato nella zona sud del Paese e punto di riferimento per le cure oculistiche nazionale oltre che dei Paesi limitrofi come Repubblica Democratica del Congo e Burundi. L’80% degli interventi agli occhi in Ruanda sono eseguiti qui. Gestito dalla diocesi cattolica di Kabgayi, l’Ospedale collabora fin dalla sua nascita nel 1993 con il Ministero della Salute ruandese e con CBM, impegnata a rendere i servizi oculistici disponibili e accessibili alla popolazione povera. L’ospedale è specializzato nell’oculistica pediatrica e nelle cliniche oculistiche mobili, che raggiungono i villaggi più lontani per individuare le persone, soprattutto i bambini, più vulnerabili. Inoltre al proprio interno ha anche un laboratorio ottico dove vengono realizzati occhiali da vista per pazienti con difetti refrattivi.
CBM si impegna ora da un lato a estendere i servizi oculistici integrati e di qualità (medicine, strumenti, ausili e occhiali, visite, screening e sensibilizzazione nelle scuole e nelle comunità) con l’obiettivo di curare entro il 2026 200.000 persone. Dall’altro promuove la formazione del personale medico locale anche nella parte orientale del Paese, dove sorge un altro ospedale importante, il Gahini Hospital, che al momento però non ha neanche un oculista, mentre il bisogno è urgente (in questa area del Paese vive un quarto dell’intera popolazione ruandese). Avere chirurghi specializzati e stanziali è fondamentale per aumentare il numero di persone operate ogni giorno: per questo CBM promuove l’attività di mentoring e formazione da parte dei medici del Kabgayi che periodicamente si recheranno al Gahini per erogare cure e formare il personale.
“Questo ambizioso ma necessario progetto che abbiamo avviato in Ruanda è in linea con il Piano strategico sulla salute del Ministero della Salute ruandese (2018-2024) che ha l’obiettivo di non lasciare indietro nessuno nell’accesso ai servizi di salute visiva” commenta Massimo Maggio, direttore di CBM Italia. “Sappiamo che nei Paesi in Via di Sviluppo si concentra l’80% del miliardo di persone con disabilità presenti al mondo, il che significa che esiste un ciclo che lega povertà e disabilità che è necessario spezzare. CBM cerca di farlo operando ogni giorno attraverso progetti di salute, educazione, vita indipendente che mettono al centro le persone con disabilità”.
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