QUARTO – Rilevare lo stato di salute e la più piccola oscillazione, anche in seguito alle scosse sismiche, degli edifici che ospitano le scuole nel Comune di Quarto. È il senso del progetto “Per un Comune 4.0-Nuove tecnologie per il monitoraggio predittivo”, presentato ieri a Casa Mehari, bene confiscato alla camorra e ora patrimonio del Comune di Quarto, che vede la collaborazione tra l’amministrazione comunale, la società di servizi ingegneristici NetCom Group e l’Università di Salerno. È stato infatti stipulato un protocollo di intesa istituzionale tra il Comune di Quarto, NetCom e il dipartimento Centro ICT per i beni culturali dell’Università di Salerno per avviare questa sperimentazione a costo zero. Verrà effettuata in alcuni plessi scolastici di Quarto, scelti secondo un rigoroso principio di anno di fabbricazione, materiale usato e zona di localizzazione per monitorarne, con il know how scientifico dell’università e tecnologico del loro partner NetCom Group, gli impatti delle oscillazioni sull’edificato pubblico. Oscillazioni create anche dagli sciami bradisismici. I dettagli della sperimentazione sono stati appunto illustrati ieri nel corso del convegno a Casa Mehari. «E’ veramente importante questo tipo di iniziativa – ha spiegato il Sindaco di Quarto, Antonio Sabino – per la quale ringrazio tutti gli attori del progetto e l’assessore alla pubblica istruzione Raffaella De Vivo, abbiamo avuto grande lungimiranza rispetto ad un problema che mai come oggi ci tocca davvero tantissimo». Il partner tecnologico del progetto che metterà a disposizione i propri ingegneri, ma anche le proprie strumentazioni per la sperimentazione è NetCom Group. «La nostra società – ha spiegato il presidente e amministratore delegato di NetCom Group, Domenico Lanzo – è già attiva in diversi progetti che mettono in evidenza la nostra attenzione legata, proprio alla sensoristica applicata a questioni di natura predittiva che col tempo hanno bisogno sempre più di essere sviluppati, anche con l’ausilio dell’intelligenza artificiale». «Voglio sottolineare – ha aggiunto Lanzo – che questa iniziativa era in cantiere già da diversi mesi e purtroppo la coincidenza ha voluto che fossimo giunti all’avvio vero e proprio, in questo periodo particolarmente complicato per il territorio a causa del bradisismo». La sperimentazione verrà seguita dal dipartimento Centro ICT per i beni culturali dell’Università di Salerno. Presente ieri il direttore di dipartimento, Francesco Colace che ha sottolineato tra l’altro la necessità del monitoraggio. «Bisogna attivare sistemi di monitoraggio integrati – ha spiegato Colace – sia a distanza che in situ, dei siti maggiormente vulnerabili in relazione alle specifiche peculiarità strutturali e alle pericolosità ambientali del territorio di appartenenza». «I dati che raccoglieremo con questa sperimentazione – ha aggiunto Francesco Colace – potranno essere adoperati dai tecnici e dagli scienziati di tutto il mondo». A chiudere il convegno il consigliere regionale con delega alla digitalizzazione Mario Casillo. «E’ un progetto fondamentale e la verità è che questo ci insegna che bisogna credere non tanto nella tecnologia – ha spiegato Casillo – ma avere una cultura della prevenzione, per avere una visione, un orizzonte lontano, di lungo periodo».
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