MILANO – Oggi in tutto il mondo si celebra il Fibonacci Day, la giornata creata per ricordare uno dei più importanti matematici della storia, il pisano Leonardo Fibonacci, che introdusse in Italia e in tutto l’Occidente i numeri arabiche usiamo tutt’oggi, tra cui anche lo 0. Una data scelta non a caso: il 23 novembre nel mondo anglosassone è l’11-23 (uno, uno, due, tre) ovvero i primi quattro numeri della successione matematica teorizzata dal genio italiano in cui ogni numero è il risultato della somma dei due precedenti. Per Moira Rota, Coordinatore del curriculum italiano di Junior College: “I numeri studiati a scuola determinano il successo dei talenti di domani, lamatematica è centrale nella costruzione del sapere, tutto è matematica, in un certo senso anche per questo motivo la didattica della nostra scuola da sempre propone approfondimenti e laboratori volti al potenziamento delle abilità matematiche. Partendo dal presupposto secondo il quale i concetti di grandezza, ordine e quantità fanno parte di noi già dalla prima infanzia, compito dei docenti è quello di aiutare i bambini a contestualizzare e comprendere i processi che caratterizzano la capacità di operare con tali conoscenze ed approfondirle. Si è scoperto che, per saper calcolare «chi ne ha di più?», il bambino impara ancor prima d’intraprendere la scuola, a dire i numeri e a leggerli, a contare, scoprire quanti sono e scoprire dove sono quelli di più e quelli di meno (aspetto semantico o quantitativo). Il nostro obiettivo, già dalla classe prima della scuola primaria, è quello di favorire il riconoscimento di quantità che possano essere associate, smontate e ricomposte secondo processi standard ripetuti nel tempo, dando così ai bambini un metodo sul quale costruire le proprie competenze, percorrendo le diverse strade di accesso al numero. La scuola bilingue, che coniuga l’approccio metodologico italiano a quello anglosassone, è naturalmente orientata in questa direzione didattica, incoraggiando la creazione di momenti di apprendimento significativi in situazioni reali. Il curriculum bilingue, infatti, accresce la capacità di utilizzare differenti approcci alla didattica e alla risoluzione di situazioni problematiche, favorendo nel contempo un funzionale esercizio di ragionamento. Il gioco con i dadi, le carte o il lego diventano così occasione per imparare a comporre i numeri in modo immediato e pongono le basi del calcolo mentale con cifre più grandi. La matematica diviene così approccio al pensiero computazionale visto come processo logico creativo che, più o meno consapevolmente, viene messo in atto nella vita quotidiana per affrontare e risolvere problemi. Attività di coding, analisi, lettura delle situazioni reali e approcci divergenti favoriscono elasticità di pensiero, che da sempre il modello bilingue proposto dalla scuola va a sviluppare naturalmente, rafforzando così un concetto di matematica integrato ed applicabile alla vita reale” conclude Luca Hubbard, Coordinatore del curriculum inglese.
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