Il mondo del lavoro è in continua evoluzione, si trasformano gli ambienti e anche le mansioni assumono caratteristiche ibride. In ambito aziendale, la figura del Facility Manager sta vivendo sulla propria pelle questi mutamenti. Ma chi è e qual è il perimetro di competenza di questa figura che esiste da tempo ma che sta assumendo sempre più rilevanza?
In base alla definizione dell’International Facility Management Association (IFMA), il FM è colui che ha il compito di assicurare “funzionalità, comfort, sicurezza ed efficienza dell’ambiente costruito integrando persone, luogo, processo e tecnologia”. In concreto, definisce tempi e modalità di manutenzione delle strutture, coordina il personale preposto ai servizi, gestisce il budget dedicato a questi ultimi, e in breve il suo operato deve soddisfare i requisiti di efficienza richiesti dall’ambiente di lavoro. I servizi di cui si occupa sono legati alle utilities, alle infrastrutture fisiche e a tutti quei servizi che migliorano le condizioni del posto di lavoro.
Il primo vero passo verso il digitale, nel Facility Management e nel Real Estate in generale, è legato al tema dell’efficienza energetica che ha permesso di portare una prima ventata di digitalizzazione e apprezzarne i vantaggi conseguibili in termini di efficienza. Nella costruzione di nuovi edifici è spesso d’obbligo implementare soluzioni smart. L’edificio destinato a uffici e imprese è attrezzato per diventare un intelligent building, è quindi progettato per il nuovo modo di lavorare, per essere utilizzato in modo scalabile da organizzazioni che hanno come obiettivo la flessibilità.
È consequenziale che anche il ruolo del FM sia coinvolto negli attuali processi di digitalizzazione e si relazioni sempre più a servizi basati su soluzioni software, cloud, Internet of Things e di Intelligenza Artificiale. Ad oggi questa professione dovrebbe assumere il nome di Smart Facility Manager. Il nuovo FM, attraverso l’uso di software e soluzioni intelligenti, lavora per ottimizzare costi di gestione e manutenzione, diminuendo i rischi e generando innovazione e valore, oltre a creare un ambiente di lavoro sempre più performante. Infatti, questi ambienti smart permettono il monitoraggio costante di sistemi e dati, così da intervenire tempestivamente a fronte di guasti o problematiche e persino di prevenirli.
Un esempio di efficienza energetica, sono le sale riunioni intelligenti che preparano l’ambiente agli incontri, attivano il condizionamento con l’anticipo necessario, lo spengono al termine della riunione, gestiscono le luci, avvertono i partecipanti di altre riunioni imminenti, avvertono i servizi generali se serve una manutenzione speciale.
Altri esempi pratici e funzionali di rivoluzione digitale negli ambienti di lavoro possono essere l’Hot Desking e l’Hoteling abbinati agli smart locker. Modalità agili di gestione e utilizzo degli spazi con cui le aziende si stanno avvicinando a una struttura simile al coworking: per prenotare e utilizzare postazioni e armadietti nei giorni in cui si recherà in ufficio, al dipendente è ormai sufficiente uno smartphone connesso a Internet. L’ottica è sempre quella dell’efficientamento delle risorse, in questo caso delle superfici, e la diminuzione dei costi fissi associati.
Dunque, quali sono i vantaggi per le aziende che stanno abbracciando la digitalizzazione? Con questa nuova struttura si viene a creare una rete di sensori e oggetti connessi che invia di continuo dati a un repository. Le informazioni vengono rielaborate e correlate tramite servizi di Big Data Analytics e Machine Learning e possono fornire indicazioni preziose su come massimizzare l’efficienza al fine di garantire una employee experience di qualità, riducendo allo stesso tempo i costi di gestione.
I risultati sono processi standardizzati, replicabili e facilmente misurabili, che consentono risparmi immediati e tangibili, e un aumento esponenziale della qualità della vita di dipendenti e consumatori, che si ritroveranno a condividere luoghi sempre più smart e attenti alle loro esigenze.
Osservando i vantaggi, le aziende non sono rimaste ferme e hanno iniziato a investire sul proprio futuro e sulla rimodulazione degli ambienti di lavoro. Secondo un recente report pubblicato da Fact.MR, il fatturato totale del mercato del facility management è destinato a raggiungere circa 47,5 miliardi di dollari entro la fine del 2022., mentre più a lungo termine, si prevede raggiungerà un valore di circa 153 miliardi di dollari entro il 2032, una spesa di circa 3 volte superiore a quella del 2022 nel giro di 10 anni.
In conclusione, le aziende devono necessariamente osservare costantemente l’andamento e le esigenze del mercato, specialmente quello del lavoro, per non farsi trovare impreparate. Il futuro parla chiaro: il ruolo del Facility Manager sarà sempre più smart e fondamentale all’interno di ogni ambiente di lavoro phygital.
È necessario, quindi, introdurre investimenti dedicati all’evoluzione degli uffici che mirino alla sua digitalizzazione, affinché le aziende possano continuare a tenere il passo dell’evoluzione tecnologica e soddisfare le mutanti necessità di dipendenti e clienti, attirare e trattenere sempre più nuovi talenti.
Carlo Costa, Direttore Commerciale e Marketing di AliA Cloud e Serrature Meroni
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