“Mexicaña” il nuovo album della band pugliese dei Licorice Trip è un fiume sonoro che scorre tra due sponde di significato opposte, dalla contrapposizione di queste due sponde diverse nascono ponti che uniscono e creano molteplici spunti di interpretazione per l’ascoltatore. Alla base dell’album c’è il concetto di dualismo complementare, ogni brano pone in contrapposizione due significati, due visioni diverse ma che nel loro incontro/scontro generano una sintesi che porta l’ascoltatore stesso a dare un suo nuovo e personale significato. Il disco si pone l’obiettivo esplicito di spingere l’ascoltatore al dialogo, pratica fondamentale per l’uomo ma ormai sempre più trascurata se non dimenticata nella nostra era.
Abbiamo intervistato Gabriele Caruolo, bassista e coautore dei testi dei Licorice Trip.
Da dove traete principalmente ispirazione per le vostre canzoni?
Per quanto riguarda la componente musicale l’ispirazione viene come di consueto dagli ascolti che quotidianamente ognuno di noi fa e da quello che è rimasto sedimentato nella memoria nel corso degli anni. Per quanto concerne invece la componente testuale attingiamo a piene mani dal grande bacino delle storie bizzarre, fatti più o meno reali e curiosità che nella nostra epoca possiamo trovare tutti a portata di un click. Non manca comunque un pizzico di esperienza reale e vita vissuta nei nostri brani.
Ci sono temi o messaggi ricorrenti nelle vostre canzoni?
L’unica cosa che accomuna i brani di quest’album è il concetto di dualismo complementare che è alla base di tutto questo lavoro. Ogni brano racchiude un suo significato e il suo diretto opposto, contrapponendosi queste due forze generano nuovo significato. A parte questo davvero i temi trattati sono volutamente estremamente diversi fra loro proprio a dimostrare che anche in ambiti distanti e in temi distanti è possibile riscontrare lo stesso equilibrio tra due estremi opposti capace di generare significato.
Quali artisti o generi musicali vi hanno influenzato maggiormente?
Il nostro è un progetto prettamente stoner rock e credo che questa influenza sia abbastanza chiara in più passaggi, non mancano influenze grunge e anche un pizzico di prog. Personalmente tra i miei riferimenti musicali maggiori ci sono da sempre i Tool ma anche i Queens of The Stone Age e altri gruppi stoner come Truckfighters e Red Fang.
Come valutate la vostra evoluzione artistica nel corso degli anni?
Considerando che siamo una band giovane, nata tra il 2021/2022, direi che non si può parlare di una vera e propria evoluzione artistica ma più che altro di un primo step lungo un percorso che speriamo possa essere il più lungo, stimolante e proficuo possibile.
Quali sono le vostre canzoni preferite da eseguire dal vivo e perché?
Rispondo a titolo del tutto personale e dico: Sidney, Hill’s Abduction, Doorknob Girl e soprattutto “Mexicaña”. Per quanto riguarda i primi tre brani citati posso semplicemente dire le trovo molto divertenti e adrenaliniche da suonare, non saprei neanche dire perché semplicemente sento sempre una grande energia quando le suoniamo. Discorso diverso per “Mexicaña” dove invece faccio un discorso più personale trattandosi di una canzone che parla della mia Chihuahua Honda provo sempre una grande emozione nel suonarla.
Come è nato il vostro nuovo disco dal titolo “Mexicaña”?
Come tutte le cose che nascono dalla creatività condivisa è stato un processo lungo e a tratti doloroso ma che per fortuna ha visto il suo compimento. L’idea iniziale era quella di fare un EP con 4-5 brani ma ci siamo resi conto che un EP non sarebbe bastato per esprimere realmente tutto quello che avevamo da dire, abbiamo quindi deciso di non fermarci e di continuare a produrre nuovi brani fino a quando non è arrivata proprio Mexicaña e li ci siamo detti che non sarebbe stato un azzardo racchiudere il tutto in un unico album.
Come ha preso forma il concetto di dualismo complementare durante il processo di sviluppo dell’album?
Mi assumo la responsabilità per l’ideazione di questo concept. L’idea mi è nata semplicemente osservando quello che è il nostro mondo attuale e quelli che sono al giorno d’oggi i nostri spazi di dibattito. La rete, i social network prevedono un continuo scontro tra “fazioni” opposte più che tra idee opposte. Spesso ci si divide su posizioni contrastanti e non si entra mai in dialogo vero con chi la pensa diversamente, si arriva sempre alla chiusura, all’arroccarsi ostinatamente sulle proprie posizioni senza mai aprirsi davvero al confronto e spesso purtroppo senza mai utilizzare la ragione. Ritengo che questo sia un grandissimo spreco degli imponenti mezzi comunicativi che abbiamo a disposizione in quest’epoca, potremmo accrescere enormemente la nostra conoscenza semplicemente ascoltando e informandoci in maniera coerente e senza pregiudizi, lasciando da parte le nostre posizioni a-priori. Questo concept vuol essere un invito a chi ascolta ad approfondire, ad aprirsi al confronto e ad ammettere che dall’incontro di due posizioni diverse può nascere sempre qualcosa di nuovo e positivo.
Quali sono i vostri obiettivi per il futuro in termini di carriera musicale?
Ci piacerebbe concludere il progetto Mexicaña realizzando un videoclip musicale che possa ancora di più far emergere i temi alla base di questo lavoro. Infine, stiamo preparando una serie di live per poter far conoscere a più persone possibili il nostro lavoro, stiamo lavorando ad uno spettacolo live che possa essere un’esperienza completa non solo sonora ma anche visiva in modo da far immergere a pieno l’ascoltatore nei nostri temi.
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