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“Celia: ‘Chissà se ci sarai’ – Un viaggio di autenticità e relazioni”

“Celia: ‘Chissà se ci sarai’ – Un viaggio di autenticità e relazioni”

Siamo entusiasti di presentare la nostra prossima intervista con CELIA, talentuosa cantautrice e psicologa. Nel nostro incontro, CELIA ci parla del suo ultimo singolo “Chissà se ci sarai”, delle ispirazioni che ne hanno guidato la creazione e del suo processo artistico. Scopriremo come la sua carriera musicale si intreccia con il suo lavoro di psicologa, offrendo un’interessante prospettiva sulle tematiche di relazioni e autenticità.

Ciao CELIA, abbiamo ascoltato il tuo ultimo singolo “Chissà se ci sarai” e ci è piaciuto veramente tanto. Complimenti. Quali sono state le principali fonti di ispirazione per la sua composizione?
Beh… “Chissà se ci sarai” è un po’ un’invocazione, soprattutto una ricerca della sensazione di sentirsi a casa: da qualche parte, con qualcuno, ma soprattutto con se stessi. Quando questa sensazione manca, è veramente difficile; ti senti perso. Mi è capitato. Una risposta possono essere i legami: una figlia, una famiglia, che sono una delle principali fonti di radicamento. Ma la vera sensazione di “essere a casa” si raggiunge soprattutto quando si trova il modo e le persone con cui essere autentici.

Come è stato lavorare con la tua etichetta Mendaki Publishing? In che modo hanno contribuito alla realizzazione di questo tuo nuovo lavoro?
È una collaborazione molto recente, quindi ci stiamo ancora esplorando. Sono giovani, smart e volenterosi. Mi piace che siano molto sistematici, in modo innovativo.

Dopo questi due singoli ti piacerebbe pubblicare un disco?
Il disco esiste già. Ho 11 pezzi pronti, ho il concept, tutto! Bisogna solo produrlo! Ho scelto di far uscire i pezzi come singoli per iniziare a farmi conoscere e a creare un rapporto graduale con il pubblico. Ma appena ci sarà la possibilità… stay tuned!

Come descriveresti il tuo stile musicale e come si è evoluto nel corso del tempo? Quali sono le tue principali influenze musicali?
Sono in fase esplorativa, è una scoperta anche per me. Sono cresciuta con le cantautrici degli anni ‘90: Elisa, Alanis Morrissette, Carmen Consoli, Ani Di Franco, ma adoro anche Niccolò Fabi, Silvestri, Gazzè e oggi Levante. Scrivere finalmente le mie canzoni è stato un processo davvero interessante, perché si sono rivelati aspetti di me, come la tendenza a mescolare l’estrema profondità con l’ironia e la leggerezza. È una cosa proprio mia, e mi conosci bene se capisci che ci sono entrambe. Chi ha un approccio superficiale può cadere nell’inganno di credere che io sia o troppo frivola o troppo pesante. Se ascolti “Irreperibile”, il mio primo singolo, ti trovi a ballare su una canzone che in realtà ha un contenuto bello tosto. È questo un po’ il mio mondo, contraddizioni che vanno a braccetto. “Chissà se ci sarai” è più coerente, ma mescola sempre elementi opposti, come nostalgia e speranza.

Ci sono delle tematiche particolari che ti piace affrontare rispetto ad altre?
Prima di essere una cantautrice io sono una psicologa e una donna, ed è questo lo sguardo che porto. Parlo soprattutto di relazioni, con se stessi e con gli altri, e della difficoltà che abbiamo di incontrarci, delle difese, delle paure. Mi piace, in modo leggero e diretto, offrire alle persone una lettura delle dinamiche psicologiche che ci sono dietro certe situazioni o vissuti.

Celia

Quali messaggi vuoi trasmettere attraverso la tua musica?
Quello che voglio fare è portare le persone a guardare un po’ oltre le apparenze, a guardare sé stessi e gli altri con maggior complessità, a interrogarsi su cosa si prova e perché. “Irreperibile” sembrerebbe parlare di uno stronzo/a, ma se si va oltre si capisce che dietro certi comportamenti ci sono delle ferite. “Chissà se ci sarai” parla a una figlia, sfiora il desiderio di maternità, ma dietro ci sono tante altre cose, tra cui il desiderio di riscattare la propria infanzia, di crearsi la sensazione di casa, ecc.

Quali sono le tue abitudini e rituali quando componi una canzone? Qual è il tuo processo creativo tipico?
Non essendo una musicista, per me viene prima la parola, che sorge spontaneamente con la sua melodia. Poi subentrano i musicisti con i quali costruiamo l’evoluzione della canzone. Di solito, alla base c’è un’emozione o un pensiero forte che ha bisogno di incanalarsi.

Hai un messaggio per chi ti segue? Cosa vorresti che prendessero dalla tua musica?
Ascoltate le mie canzoni una, due, tre volte. Alla terza vi entreranno le parole. E allora scrivetemi e condividete le riflessioni che vi sono venute.

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