TEVEROLA, Caserta – Nell’assordante ed imbarazzante silenzio istituzionale, oggi ricorre il 79° anniversario dell’eccidio di Teverola, ove 14 Carabinieri in forza alla Stazione Napoli Porto, dopo aver combattuto fino all’ultima cartuccia, per difendere il Palazzo dei Telefoni di via De Pretis di Napoli, furono rastrellati dai Tedeschi e fucilati – insieme a Francesco Fusco e Carmine Ciaramella – nel comune di Fertilia, odierna Teverola.
Ad imperitura memoria, ecco i loro nomi:
– brigadiere Egidio Lombardi, appuntato Emilio Ammaturo, carabinieri Ciro Alvino, Antonio Carbone, Giuseppe Covino, Michele Covino, Nicola Cusatis, Domenico Dubini, Domenico Franco, Martino Giovanni Manzo, Giuseppe Pagliuca, Giuseppe Ricca, Giovanni Russo, Emiddio Scola.
Questo dei Carabinieri della stazione Napoli Porto, fu il primo importante episodio della resistenza di Napoli – ormai squarciata dai bombardamenti anglo americani -, che sfociando nelle quattro giornate, porto’ la città partenopea, prima in Europa, a liberarsi da sola dagli occupanti nazi fascisti.
“”La nostra famiglia tramanda, con reverenza, il ricordo di Giuseppe Covino che l’8 settembre 1943 si trovava a casa a Tuoro di Roccabascerana e che, nonostante i consigli contrari di parenti e amici, volle raggiungere i commilitoni in difficoltà.
Alla moglie, che portava in grembo la loro figlia primogenita, e a suo fratello che voleva trattenerlo disse che doveva farlo: sarebbe andato a vedere “cosa si diceva..”.
Lo sguardo di questi uomini (il più anziano aveva 49 anni, il più giovane 19) è un monito: ci ricorda che per difendere un valore è giusto anche morire.
Dio solo sa quanto coraggio hanno infuso e infonderanno questi occhi diritti in tutti coloro che, indegnamente, si trovano eredi di questo patrimonio di silenziosa grandezza.
E Dio solo sa quanto di più ne occorre a questa nostra terra ” sventurata perchè ha bisogno di eroi””.
Questo il ricordo di Cesare Covino, nipote di uno degli eroici militari.
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