Dardis ci conduce in un viaggio emozionale con “Dislesso”, un brano che intreccia momenti di leggerezza estiva con la profondità di una lotta interiore. Al centro, la dislessia diventa simbolo di un disagio più ampio: l’incapacità di esprimersi autenticamente. Attraverso immagini vivide di spiagge, notti stellate e giri in moto, il protagonista vive un’estate che sembra perfetta, ma che si incrina sotto il peso delle incomprensioni. Il risultato è una canzone sincera e toccante, che riflette la vulnerabilità di chi desidera connettersi ma non sa come.
C’è un momento specifico che ricordi come l’inizio della tua carriera musicale?
Sì, quando ho cantato davanti a migliaia di persone sul palco del Deejay On Stage. È stato un attimo di emozione intensa, un vero punto di svolta: lì ho capito che desideravo davvero fare musica nella vita.
Da dove trai principalmente ispirazione per le tue canzoni?
Dalla vita quotidiana e dalle mie emozioni: un dettaglio, un incontro o un dialogo possono diventare musica.
Ci sono temi o messaggi ricorrenti nelle tue canzoni?
Accettare gli errori, affrontare la fragilità e trasformarla in forza.
Quali artisti o generi musicali ti hanno influenzato maggiormente?
Cantautorato italiano, indie pop e qualche tocco di R&B.
Come valuti la tua evoluzione artistica nel corso degli anni?
Sono passato dall’essere spontaneo a una maggiore cura di testi e produzione, trovando uno stile più definito.
Qual è la tua canzone preferita da eseguire dal vivo e perché?
“Chouffe”: ha un’energia incredibile e coinvolge subito il pubblico.
Da dove è nata l’idea per il tuo nuovo singolo?
Nasce dall’esperienza di comunicare male e trasforma la dislessia in una metafora degli errori che ci fanno crescere.
Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro in termini di carriera musicale?
Realizzare un EP o un album, sperimentare nuovi suoni e portare la mia musica su palchi più grandi.