“Che bella l’estate” il nuovo singolo di Gùlana racconta una storia d’amore finita ma ancora viva e mai dimenticata. Una canzone fresca, ballabile, con il refrain di quelli che rimangono in testa, un pensiero estivo che ci porta verso il mare, che fa danzare diapositive nella mente, camminando lungo il bagnasciuga o seduti sotto un ombrellone.
Qual è la storia dietro il tuo nuovo singolo?
Nessuna storia premeditata. Vivo in un posto di mare, spesso mi ritrovo a camminare sul lungomare o di passeggiare sulla spiaggia, anche in inverno. Le atmosfere che il mare regala sono affascinanti in tutte le stagioni. Il mio nuovo singolo Che bella l’estate nasce in maniera molto naturale, in un giorno mentre l’estate iniziava, col ritornello che arrivò come un’onda. La cosa è andata avanti, con ricordi che frugavano nella mente e frame di quotidianità davanti agli occhi. Racconta di una storia d’amore, finita ma non troppo, rimasta in qualche angolo del cuore. Di quelle da ricordare col sorriso, senza amare nostalgie. Magari col sospeso se le cose sarebbero potute andare diversamente, quel chissà tra la salsedine. Ma dentro ci sono più persone, le emozioni non sono innescate da una sola figura. È una canzone d’amore, una storia che può essere di tanti, ma è come un romanzo per chi si innamora ogni giorno, con l’invito a vivere ogni cosa con serenità.
Da dove trai principalmente ispirazione per le tue canzoni?
Non c’è una fonte specifica, probabilmente dalla vita quotidiana, dal mio vissuto e da quello di chi mi circonda, dagli sguardi sul mondo. A volte nascono in metropolitana, a volte sul terrazzo di casa. Ogni canzone è un mix di anime e di emozioni, sicuramente c’è sempre qualcosa o qualcuno capace più degli altri di farti vibrare, ma le canzoni alla fine sono riflessi di vita, vengono quasi da sole, mentre cammini, mentre ti soffermi semplicemente a guardare qualcosa, o tornando a casa dopo una chiacchierata con qualcuno.
Come valuti la tua evoluzione artistica nel corso degli anni?
Io ho suonato con varie band, come chitarrista, come bassista, come autore. Ma ho sempre avuto quello spirito cantautoriale ad accompagnarmi, fin da bambino. Mi piace la musica in ogni forma, ho ascoltato vari generi molto differenti tra loro. Non so, forse posso dire che lungo il cammino inconsciamente mi viene di mescolare adeguatamente le cose, gli ingredienti. L’evoluzione, in positivo, forse è dovuta dall’imparare ogni giorno qualcosa di nuovo e di cercare di utilizzarlo con onestà e al meglio.
Qual è la tua canzone preferita da eseguire dal vivo e perché?
Come raccontavo prima, per molti anni ho suonato in varie band, il mio progetto cantautoriale con Gùlana è appena cominciato. Dal vivo è capitato finora di suonare quasi in unplugged, certamente ci stiamo organizzando con la band al completo riguardo l’aspetto live. Però posso dire che, in riferimento al mio repertorio, tra i pezzi pubblicati finora forse RoofParty, perchè è un brano sereno, fresco, con un ritornello che la gente ama cantare.
Quali sono i tuoi progetti musicali più imminenti?
Il prossimo obiettivo è incidere al più presto nuovi pezzi. Ho molti brani, circa un centinaio. E ogni giorno che passa se ne aggiunge qualcuno. Ci vogliono tempo e risorse per inciderli tutti, ma questo è l’obiettivo. Speriamo di riuscirci il prima possibile. Al tempo stesso il desiderio è far arrivare al grande pubblico le canzoni. Ma gradualmente, importante è posare buoni mattoni sotto i piedi. Siamo contenti di come stanno procedendo le cose, già sentire il proprio pezzo in radio dopo così poco tempo è un sogno. Questo è merito di chi ha lavorato al mio fianco… Andrea Fabiani, Luigi Cammuca, Simone Gianlorenzi, Francesco Santalucia, Adrian Bergamino, Nicolò Pagani, Max Baldassarre, Giovanni Todaro. Voglio nominarli tutti, perché artisti eccezionali sotto ogni profilo.
Inoltre nel mirino ci sono varie collaborazioni con altri artisti, tra le quali la versione in spagnolo da lanciare in Spagna e in Sudamerica e anche la versione mixata in veste più dance di Che bella l’estate, per la prossima stagione. Ogni cosa a suo tempo. Intanto sono felice di quanto stiamo facendo.
Commenta per primo