Il debutto di Sara Sgarabottolo con l’EP “Con i miei occhi”

Con il suo EP d’esordio, “Con i miei occhi”, la cantautrice padovana Sara Sgarabottolo offre un affascinante viaggio musicale attraverso cinque tracce che esplorano le molteplici sfaccettature della vita e delle emozioni. L’artista ha scelto di raccontarsi con sincerità e spontaneità, utilizzando il denominatore comune di una rock band, la presenza imprescindibile della chitarra acustica e il suo timbro vocale scuro e caldo.

“Come piace a me”

Il brano si presenta come un inno all’indipendenza, con sonorità dure e taglienti che si fondono perfettamente con la voce profonda di Sara. “Come piace a me” è un inno scanzonato che critica la monotonia della vita di coppia, soprattutto quando questa non funziona. Il testo intelligente e l’approccio leggero trasmettono un messaggio potente senza prendersi troppo sul serio.

“Brava a vincere”

Con toni blues-rock, “Brava a vincere” dipinge il ritratto di una coppia che continua ad esistere nonostante sia ormai logorata. Sara esplora la dipendenza emotiva con un mix di aggressività e disperazione, catturando le sfumature di una relazione tossica. La voce dell’artista si fonde perfettamente con le sonorità, creando un’esperienza intensa e coinvolgente.

“Non mi lasciare d’estate”

Il terzo brano presenta chitarre sognanti e un testo che affronta il tema del tradimento e della solitudine. “Non mi lasciare d’estate” riflette sulla difficoltà di affrontare i problemi di coppia e sulla paura di restare soli. La voce di Sara trasmette autenticità mentre esplora le emozioni complesse legate al tradimento, rendendo il brano profondo e riflessivo.

“Tra il cuore e l’anima”

In questo brano, Sara esplora l’incomunicabilità e il dolore causato dalla perdita. “Tra il cuore e l’anima” rivela gradualmente le parole non dette in un crescendo di archi e chitarre arpeggiate, catturando il dolore e la riflessione che accompagnano la mancanza di qualcuno. La traccia trasmette un senso di intimità e vulnerabilità.

“Giorni in più”

Con “Giorni in più”, Sara offre una pausa leggera e spensierata. Il brano riflette sul desiderio di un luogo ideale in cui il tempo sembra fermarsi. Con toni allegri, suoni morbidi e un tocco retrò, la canzone esprime il desiderio di fuggire dalla frenesia quotidiana e di godere di momenti di leggerezza con un velo di malinconia.

In conclusione, “Con i miei occhi” è un EP d’esordio che dimostra la versatilità e la profondità di Sara Sgarabottolo come artista emergente. Le sue composizioni ben curate, unite a una voce potente e coinvolgente, creano un’esperienza musicale che affonda le radici nelle emozioni umane più autentiche. Con questo lavoro, la cantautrice si presenta al pubblico in modo diretto e onesto, offrendo uno sguardo sincero attraverso i suoi occhi.

 

A tu per tu con Sara Sgarabottolo

C’è un momento specifico che segna l’inizio della tua carriera musicale?

Per me è stato tutto molto graduale: da quando ho iniziato a suonare non ho più smesso, perché è l’unica cosa in grado di isolarmi completamente da tutto il resto. Con il tempo ho acquisito più consapevolezza e ho capito in che modo approcciarmi alla musica per cercare di renderla un lavoro, senza perdere le sensazioni preziose che mi dà. X Factor nel 2020, esibirmi dal vivo e pubblicare i miei primi brani sono esperienze che mi hanno arricchito e mi hanno aiutato a delineare il mio percorso.

Da dove attingi principalmente l’ispirazione per la tua musica e le tue canzoni? Ci sono fonti specifiche di cui ti nutri durante il processo creativo?

Principalmente parlo di me nelle mie canzoni, ma mi piace anche prendere spunto dalle storie degli altri. A volte però se non c’è una storia adatta a quello che vorrei dire, me la invento. Insomma, non ho delle regole rigide, anzi. Credo che le altre persone siano una fonte inesauribile di ispirazione, per questo cerco di spremerle al massimo: osservarle mi aiuta a comprendere meglio quello che sento in prima persona, a vedermi attraverso dei filtri diversi. E anche a concentrarmi un po’ meno su me stessa, che a volte mi porta fuori strada.

Nelle tue canzoni, ci sono temi o messaggi ricorrenti che ritieni siano rappresentativi della tua espressione artistica o delle tue esperienze personali?

Emergono soprattutto le mie insicurezze. Non mi piace parlarne così esplicitamente, ma molte volte mi rendo conto che, involontariamente, il mio modo di scrivere o gli argomenti che tratto rispecchiano i tratti più forti della mia personalità: per esempio, la scarsa autostima, l’eterna indecisione, l’impulsività o questa strana fascinazione per la nostalgia, che fa sembrare più bello e ancora più irripetibile tutto quello che ormai è passato.

Chi o cosa ha avuto la maggiore influenza sulla tua musica? Ci sono artisti o generi musicali che consideri particolarmente formativi per il tuo stile?

Il cantautorato italiano degli anni Settanta è sempre un chiodo fisso per me: i brani dei grandi cantautori del passato, come De Gregori o Dalla, mi affascinano e mi offrono degli ottimi spunti di riflessione, anche perché mi lasciano sempre con la sensazione di non averli mai capiti fino in fondo. Adoro le sonorità del british rock e del soul, ma vorrei approfondirle ancora di più per riportarle nei miei brani.

Nel corso degli anni, hai sperimentato un’evoluzione artistica. Come valuti questo percorso di crescita e cambiamento nel tuo modo di fare musica?

Se è vero che l’età porta consiglio, a me ha portato davvero molti punti di domanda. Per me crescere è accorgersi continuamente che ci sono mille cose da scoprire, da risolvere e da interiorizzare. Nella musica, mi sono accorta che la sfida più difficile è proprio tradurre se stessi, parola per parola, con le canzoni, senza scendere a compromessi. In questi anni ho capito un po’ di cose, ma trovarsi è un lungo viaggio e mi sembra soltanto di aver appena iniziato a camminare.

L’idea per il tuo nuovo album, “Con i miei occhi”, da dove è nata? Qual è stata la scintilla creativa dietro questo progetto?

Questo Ep è stata più che altro un’urgenza, perché avevo diverse canzoni che da tempo stavano in un cassetto e mi sarebbe dispiaciuto ignorarle per sempre. Finalmente mi sentivo nel fatidico momento giusto per pubblicarle, mettere un punto a quella che è stata la mia crescita personale ed artistica fino a qui, e raccontarmi per la prima volta.

Hai una canzone preferita da eseguire dal vivo? Qual è la ragione dietro questa scelta e cosa ti trasmette quando la porti sul palco?

Sì, adoro suonare dal vivo “Come piace a me”, che è la prima traccia dell’Ep. Ha una bella energia e mi piace che sia quella a rompere il ghiaccio.

Parlando del futuro, hai obiettivi specifici che speri di raggiungere nella tua carriera musicale?

Spero che la musica continui a regalarmi le esperienze più belle della mia vita, perché fino ad ora lo ha fatto. Generalmente mi concentro di più sul futuro prossimo, anche perché non credo di poter controllare quello che mi succederà tra dieci anni; quindi, per ora il mio obiettivo è scrivere delle canzoni di cui non vergognarmi. Auguratemi buona fortuna.

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