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Intervista a Filippo Perbellini: “Antistar significa esprimere la propria arte senza badare a regole o pregiudizi”

Intervista a Filippo Perbellini: “Antistar significa esprimere la propria arte senza badare a regole o pregiudizi”

Abbiamo raggiunto Filippo Perbellini per parlare del suo ultimo singolo “Antistar” e di musica nelle sue varie accezioni. Ecco cosa ci ha raccontato a riguardo.

 

 

In “Antistar” fai una profonda riflessione sulla società d’oggi e inviti tutti ad essere se stessi. Sei riuscito a darti una risposta su chi sei veramente? Che tipo di Antistar sei?
Il mio Antistar è una persona che oggi riesce ad esprimere la sua arte senza badare a regole e/o pregiudizi imposti da qualcuno. Vincent Van Gogh diceva: “Non soffocare la tua ispirazione e la tua immaginazione, non diventare lo schiavo del tuo modello”

 

Filippo Perbellini

Il ruolo del cantautore è sempre stato soggetto a cambiamenti. Qual è la tua opinione sui compiti (ad esempio politici/ sociali/ creativi) degli artisti di oggi e come raggiungi questi obiettivi nel tuo lavoro?
Il cantautore in generale ha da sempre avuto un impatto politico/sociale molto forte. Io personalmente ho deciso di parlare di altri temi nelle mie canzoni perlopiù creativi o biografici cercando di essere il più neutrale possibile riguardo a al tema politico.

 

Oggi forse più di ieri c’è una contaminazione di generi. Pensi che la musica si sia aperta al mondo?
La musica è sempre stata specchio della società in cui viviamo, di questi tempi credo ci sia una varietà ed intreccio di generi vastissima dove essi si fondono creando delle nuove sonorità e tendenze.

 

 

Pensi che della musica di oggi ascolteremo ancora qualcosa tra vent’anni?
Credo che la musica di oggi sia un po’ usa e getta. A volte i giovani artisti pur di far uscire qualcosa per far attirare l’attenzione (problema creato dalla discografia) non mette la giusta cura e dedizione che un brano meriterebbe. L’obiettivo per me è di fare una canzone che duri nel tempo, un brano memorabile.

 

Sei di Verona, com’è stato il tuo avvicinamento alla musica e quali pensi siano le principali opportunità che riserva una città come Verona a voi musicisti?
Sono molto orgoglioso di essere un musicista di Verona, amo la mia città e i luoghi che la circondano. Dal punto di vista musicale stanno crescendo alcune realtà di giovani artisti dediti alla musica molto interessanti. Ancora troppo pochi gli spazi di co-working, musicali e di live Club.

 

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