Intervista a Raphael: «Il live è il mio punto forte»

Dal 23 giugno è disponibile su tutte le piattaforme digitali “TIME OUT” (Bizzarri Prod/Believe), il nuovo album di RAPHAEL. Il disco, il primo cantato interamente in italiano, è prodotto da Bizzarri e Senza Dubbi.

 A 7 anni dall’uscita dell’ultimo album “Reggae Survival”, l’artista torna a mettersi in gioco forte delle esperienze maturate in questo frenetico periodo: i tour con Roy Paci & Aretuska, la partecipazione a The Voice of Italy su Rai 2, alle finali di Sanremo Giovani e le collaborazioni, a partire da quella con Dj Aladyn di Radio Deejay fino a quella con i Punkreas.

INTERVISTA

 

Ciao Raphael, è un piacere averti qui su PrimaMusic! Come stai?
Ciao! Tutto bene grazie, è davvero un piacere anche per me…

Se dovessi descrivere “Time Out” con tre aggettivi quali utilizzeresti?
Intimo, Energico, Sincero.

Le collaborazioni con Awa Fall, Tommy Kuti e i compagni di scuderia Foresta e Miriam Masala, come sono nate?
Con Awa entrambi arriviamo dalla scena reggae, ci si conosce da anni e ci siamo incrociati su molti palchi, condividendo anche la band per un periodo. Tommy lo conosco da meno tempo ma siamo entrati subito in sintonia, accomunati dalle origini nigeriane. Con Miriam e Foresta l’incontro è avvenuto in studio e c’è stata subito intesa! Sono artisti formidabili, talento puro e belle persone: sono onorato di averli nel disco.

Quali sono i punti di forza che hai acquisito dopo anni di sperimentazione e ricerca?
Sicuramente il live, il concerto dal vivo è il mio punto forte. È il mio momento liberatorio, dove riesco ad esprimermi meglio.Quest’anno sono vent’anni esatti di palchi, dall’estate 2003. Dai piccoli locali, alle piazze, alle aperture a Manu Chao, ho avuto negli anni la possibilità di confrontarmi con le platee più diverse. Collaborare poi con artisti come Africa Unite o Roy Paci, è stato un’ulteriore fonte di esperienze preziosissime.

 

Quando scrivi un pezzo, quanto è importante il parere di chi ti sta intorno e dei tuoi affetti? Ti lasci consigliare e, perché no, anche influenzare dal loro giudizio?
Sicuramente mi lascio consigliare dai musicisti o dal producer o da chi è vicino durante la sessione di registrazione. Influenzare direi di no, vado sempre piuttosto dritto sulle mie idee.

Se dovessi consigliare tre artisti contemporanei, quali sceglieresti?
PJ Morton, Jon Batiste, Kabaka Pyramid.

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