“I Can’t Feel My Face” dei Fifth Town racconta un viaggio nella mente del protagonista: il ragazzo si ritrova ad una festa con degli amici e all’improvviso scruta da lontano la ragazza per la quale ha una cotta. Da quel momento, i suoi pensieri iniziano a divagare, facendosi mille domande. Il suo stato alterato non lo aiuta a scoprire la verità, ma lo lascia con idee confuse, finendo per osservarla ballare, incantato. Il ritmo incalzante della canzone porta l’ascoltatore nell’atmosfera della situazione, con un’intro e un finale distinti come se dividessero gli attimi trascorsi, e lo special, nel quale il protagonista torna per un attimo cosciente di sé.
C’è un momento specifico che ricordate come l’inizio della vostra carriera musicale?
Ci siamo conosciuti ed abbiamo iniziato a suonare nel 2019, ancora il progetto non aveva un nome (e nemmeno una forma). Abbiamo deciso successivamente nel 2020 di voler creare un nostro progetto, iniziando a buttare giù le prime bozze di canzoni. Abbiamo proseguito con il nostro progetto prettamente in studio per circa un anno, quando nel 2021 decidemmo di iniziare a pubblicare le nostre canzoni, sotto il nome di Fifth Town. Da lì in poi il progetto prese ufficialmente vita, iniziando le prime registrazioni, e i successivi live.
Da dove traete principalmente ispirazione per le vostre canzoni?
Traiamo ispirazione principalmente da argomenti dei nostri coetanei, facendolo però in una chiave più emotiva e introspettiva, portando l’ascoltatore ad immedesimarsi a fondo nel personaggio protagonista della canzone.
Ci sono temi o messaggi ricorrenti nelle vostre canzoni?
Sicuramente il tema principale di cui parliamo è l’amore, con i primi innamoramenti e le relazioni finite (in bene o in male), poi ci sono altri temi più leggeri che fungono da cornice al contesto, come per esempio le feste tra amici.
Quali artisti o generi musicali vi hanno influenzato maggiormente?
Sicuramente il rock anni 60 ha influenzato molto, come anche il più moderno alternative rock anni 2000. Cerchiamo sempre di creare qualcosa di nuovo, prendendo ispirazione in qua e in là. Se dovessimo parlare di artisti che ci hanno influenzato maggiormente, Led Zeppelin, Beatles e Arctic Monkeys sarebbero i candidati ideali.
Qual è la vostra canzone preferita da eseguire dal vivo e perché?
Forse proprio I Can’t Feel My Face perché, seppur la più impegnativa da eseguire, riesce a trasmettere ogni volta forti emozioni al pubblico, e questo incoraggia anche noi a spingere in avanti. È inoltre la canzone con cui chiudiamo spesso i nostri concerti.
Da dove è nata l’idea per il vostro nuovo singolo?
(Alex Verna) Spesso le idee nascono semplicemente dal nulla, e penso che I Can’t Feel My Face è il caso più lampante. Una sera, mentre stavo improvvisando con il pianoforte, mi è nata l’idea del ritornello. Ho così iniziato a canticchiarci sopra qualcosa e da lì è nato il primo abbozzo del brano. I giorni successivi ritrovai tra alcune vecchie demo un’intro interessante: mi è sembrò subito l’anello mancante della canzone.
Quali sono i vostri obiettivi per il futuro in termini di carriera musicale?
Vivere di musica è sicuramente impegnativo, ma crediamo che con molti sforzi e soprattutto senza abbattere il morale si possa raggiungere qualsiasi obiettivo.