Luca Annoni torna con “Quello che vogliamo veramente”, un brano che esplora il desiderio di autenticità e il contrasto tra la vita che viviamo e quella che vorremmo. Con uno stile sincero, ispirato a esperienze reali, Luca condivide la sua evoluzione artistica e il percorso che l’ha portato a scrivere testi intimi e veritieri. Nell’intervista, ci parla delle sue influenze musicali, dal cantautorato italiano a sonorità internazionali, e della sua visione artistica che invita a riscoprire cosa conta davvero.
C’è un momento specifico che ricordi come l’inizio della tua carriera musicale?
Probabilmente il momento in cui a 6 o 7 anni non volevo fare il saggio di chitarra classica perché ero troppo spaventato.
Da dove trai principalmente ispirazione per le tue canzoni?
L’ispirazione arriva dalla mia vita, da quello che mi succede. Fino ad oggi non esiste parola nelle mie canzoni che non sia reale, che non sia qualcosa di accaduto realmente. Al punto di diventare maniaco della verità di ogni dettaglio di cui parlo.
Ci sono temi o messaggi ricorrenti nelle tue canzoni?
Sicuramente sì, ti direi la speranza, la rinascita, il percorso, il viaggio. Questo ha caratterizzato tutta la mia produzione artistica fino ad ora. La possibilità che in qualche modo si possa riaccendere la luce in qualsiasi momento.
Quali artisti o generi musicali ti hanno influenzato maggiormente?
Ce ne sono moltissimi, sia italiani che internazionali. Riesco a entrare più in connessione con testi anche spigolosi ma che entrano nel dettaglio degli argomenti. Parlo magari di Niccolò Fabi, Cesare Cremonini. Oppure per andar fuori dall’Italia, Gregory Alan Isakov, Bon Iver.
Come valuti la tua evoluzione artistica nel corso degli anni?
Enorme. Sempre di più sono riuscito ad acquisire anche uno sguardo che potremmo definire “da produttore”. Uno sguardo che vede le cose in modo più ampio, nel loro insieme, senza focalizzarsi o privilegiare un aspetto o uno strumento singolo. A meno che non sia proprio l’arte del brano a richiederlo. Da questo punto di vista sento di aver fatto tantissimi passi avanti. E il mio punto di arrivo attuale è proprio il nuovo singolo “Quello che vogliamo veramente”.
Da dove è nata l’idea per il tuo nuovo singolo?
Come per ogni altra canzone che ho scritto, l’idea nasce da una domanda, da un’esigenza, da un dubbio, da un cruccio mio interiore personale. In particolare per questo nuovo brano, “Quello che vogliamo veramente”, è incredibile come sempre più persone intorno a me esprimano lo stesso disagio: ovvero quello di vedere la propria vita distante da quella che vorrebbero. Sempre più persone dicono di fare cose che sono lontane da quelle che vorrebbero fare. Da qui nascono molti quesiti, molta insoddisfazione, un grande senso di smarrimento. La canzone prova a raccontare quel momento.
Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro in termini di carriera musicale?
Molto semplice, scrivere un secondo album.