ROMA – Prosegue l’offerta culturale di Officina Pasolini, il Laboratorio creativo di alta formazione e HUB culturale della Regione Lazio diretto da Tosca.
Venerdì 17 marzo il cantautore e compositore Claudio Orfei presenta My wonderland, il concerto dell’omonimo album di esordio, uscito a fine gennaio. Tra musica, chiacchiere, proiezioni, ospiti attesi e inaspettati, si andrà alla scoperta di un concept album, composto da dieci tracce inedite, che racconta di un viaggio intorno al mondo, tra realtà e fantasia dove si intrecciano otto lingue, diverse culture e vari generi musicali. Un lavoro che – come scrive lo stesso Orfei, che Officina Pasolini l’ha frequentata anche da studente, diplomandosi in Canzone nel 2020 – ha radici nel bisogno di rapportarmi alla realtà in modi non convenzionali, mosso dalla mia disabilità visiva e da altre caratteristiche che disegnano il mio essere e che ogni giorno mi regalano la possibilità di rileggere ciò che mi circonda tramite l’immaginazione, avvicinandomi al mondo in un modo tutto mio. Attraverso la maschera del Cappellaio Matto e altri riferimenti al capolavoro di Lewis Carroll, Claudio Orfei racconta storie, partendo dalla propria, narrando delle varie facce dell’amore, di canti di resistenza e libertà, di danze invisibili intorno all’universo e di limiti che diventano opportunità. Con lui, sul palco Aidan Zammit al piano, Massimo De Lorenzi alla chitarra, Giovanna Famulari al violoncello, Gabriele Coen al clarinetto, Elisabetta Pasquale al contrabbasso e Matteo Di Francesco alla batteria. Tre le ospiti femminili che si alterneranno durante il concerto: Rafaella Misiti, Raffaela Siniscalchi e Susanna Stivali. Il concerto sarà introdotto dal giornalista musicale Daniele Sidonio.
Lunedì 20 marzo nel salotto di Prospettive d’autore l’ospite è Rosario Pellecchia, autore del romanzo Ora che ho incontrato te, edito da Feltrinelli. La scrittrice Valentina Farinaccio guiderà l’incontro, mentre le letture saranno a cura di Carolina Sisto diplomata nella sezione Teatro di Officina Pasolini. Ora che ho incontrato te è un viaggio on the road negli Stati Uniti e al tempo stesso è un’educazione sentimentale e musicale attraverso i luoghi mitici del blues, da New York al Mississippi. Zoe e Lorenzo si incontrano nel più assurdo dei modi. Musicista afroamericana cresciuta a blues, lei. Broker romano con il vizio del poker, lui. Non potrebbero essere più diversi, eppure scatta subito un’intesa. Lorenzo è in crisi, indebitato fino al collo e minacciato dal tirapiedi di un boss a cui deve una grossa somma, così Zoe gli propone un piano folle: scappare su un vecchio furgone malandato e rubare una favolosa chitarra appartenuta a Robert Johnson, il più grande musicista blues di tutti i tempi. È l’inizio di una rocambolesca avventura on the road attraverso gli Stati Uniti, costeggiando paesaggi mozzafiato e luoghi simbolo del blues. Rosario Pellecchia è tornato alla scrittura, e lo ha fatto con un romanzo, il suo terzo, che, come il blues, viaggia, racconta, sorprende, commuove. Ross, è così che lo conoscono le migliaia di ascoltatori che lo seguono ogni mattina, da anni, su Radio 105, ha dato alla musica delle pagine bellissime.
Mercoledì 22 marzo Officina Pasolini ospita la tappa romana del Premio Bianca d’Aponte, il contest italiano diretto da Ferruccio Spinetti, e riservato a cantautrici, che nel periodo primaverile porta in tour alcune protagoniste delle edizioni precedenti per lanciare il bando di concorso della prossima edizione, a cui sarà possibile iscriversi fino al 24 aprile 2023. Sul palco saliranno Moà, vincitrice dell’ultima edizione, Jole, che nel 2022 si è aggiudicata il premio della critica “Fausto Mesolella” e che per l’occasione sarà accompagnata dal chitarrista Leonardo Marcucci, e Jungle J. Anne, menzione per la miglior interpretazione nel 2022. Sarà ospite d’onore Chiara Civello, madrina dell’edizione 2021 del concorso, mentre condurrà la serata Enrico Deregibus, consulente del Premio. Dopo Roma il tour proseguirà il 28 e 29 marzo per Madrid e Logroño, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Madrid.
Venerdì 24 marzo tornano a esibirsi le attrici e gli attori di Superficie Live Show – attori sul palco a portata di video, format che racconta il mestiere dell’attore. Sul palco di Officina Pasolini tanti professionisti si mettono in gioco per una sera condividendo curiosità, opinioni, interpretazioni con una grande varietà di contenuti e un unico comun denominatore: la recitazione. Sia che si tratti di esibizioni teatrali di testi inediti o di rivisitazione dei grandi classici, sia di interviste e di momenti didattici, speech, rubriche di divulgazione e molto altro, Superficie Live Show è una sorta di varietà multitematico, in cui si passa dal monologo drammatico a quello comico e allo speech “intimo e profondo”. Le telecamere, introdotte in un momento di lockdown con i teatri chiusi, sono diventate punto fondamentale di un nuovo stile sperimentale a metà fra il cinema e il teatro. Al timone di questa nave teatrale sempre Matteo Santilli, conduttore della serata e ideatore del progetto.
Sabato 25 marzo va in scena l’atto unico Sognatrici, un docu-show tra parola e musica, traparola raccontata e parola cantata. Le protagoniste sono Valeria Benatti, giornalista e scrittrice di origine veronese ma milanese d’adozione, e Gabriella Lucia Grasso, cantautrice e compositrice catanese. Insieme hanno scritto e interpretano sul palco – voce e piano la prima e voce e chitarra la seconda – questo spettacolo dedicato ad alcune donne valorose dell’ultimo secolo, donne che hanno cambiato il proprio destino, ma anche la storia dell’Italia grazie alle loro scelte. Appassionato, talvolta struggente, fatto di racconti e di canzoni, di storie avvincenti, di versi pieni di sgomento e rabbia, di vicende incoraggianti che ancora oggi continuano ad ispirarci, Sognatrici riaccende i riflettori su donne coraggiose che hanno lasciatoun immenso patrimonio come le poetesse Mariannina Coffa, Graziosa Casella e Alda Merini,l’attivista Mariasilvia Spolato, la cantautrice Rosa Balistreri, la Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Franca Viola, la ciclista Annie Cohen e la scultrice Camille Claudel. Ad accompagnarle ci saranno Denis Marino, che ha scritto le orchestrazioni del progetto e suona chitarra, mandolino, guitalele e bouzouki, Lina Gervasi, thereminista siracusana che in questa occasione suona il flauto traverso e l’ottavino, Andrea Cito violinista romano che collabora con cantautori come Renzo Rubino e Margherita Vicario. La supervisione artistica del docu-show è di Massimo Venturiello, che da sempre sostiene i progetti legati alla figura femminile.
Sabato 1 aprile Ghemon porta sul palco del Teatro Eduardo De Filippo uno spettacolo fatto di musica, stand up comedy e storytelling. Una cosetta così, questo il titolo, non è un concerto, non è un monologo teatrale e neanche uno spettacolo comico, ma in parte, è un po’ di tutto questo. Uno spazio di libertà creativa in divenire dove sciogliere finalmente le briglie, per dare allo spettatore qualcosa di diverso da quello che già conosce attraverso la musica dell’artista. Uno show fatto di condivisione di storie personali da guardare attraverso la lente dell’ironia, canzoni inedite, cover inaspettate e momenti di riflessione più profonda. Artista dallo stile unico, che mescola soul, rap e musica italiana, Ghemon è partito dal mondo hip hop per poi scegliere la strada della versatilità per raccontare agli altri il suo mondo interiore, anche attraverso i dj set, la radio, i podcast, un libro e lo sport (appassionato di calcio e pallacanestro, negli ultimi anni ha iniziato anche a correre maratone). Lo spettacolo, scritto con l’aiuto di Carmine Del Grosso, vedrà sul palco Giuseppe Seccia alle tastiere e Filippo Cattaneo Ponzoni alla chitarra.
Martedì 4 aprile Amnesty International Italia presenta Rumore – Human Vibes, documentario scritto e diretto dalla regista napoletana Simona Cocozza sull’incontro tra musica e diritti umani, narrato attraverso le canzoni di artisti e cantautori come Brunori Sas, Carmen Consoli, Daniele Silvestri, Frankie Hi-Nrg mc, Ivano Fossati, Mannarino, Modena City Ramblers, Nada, Negramaro, Niccolò Fabi, Paola Turci, Roy Paci, Simone Cristicchi. Tutti loro negli ultimi vent’anni hanno ricevuto il Premio Amnesty, il riconoscimento che il festival Voci per la Libertà e Amnesty Italia conferiscono a quei cantanti che, nei testi delle loro canzoni, abbracciano e danno forza ai temi della Dichiarazione universale dei diritti umani. Il silenzio è la colonna sonora dei regimi autoritari, ecco perché bisogna fare tanto rumore, perché la conoscenza dei diritti umani è il primo passo per poterli reclamare. La musica ha il potere di arrivare al cuore delle persone, di chi ascolta. Le parole colpiscono più delle bombe, e insieme alla musica possono volare con una rapidità, una potenza e una forza inaspettate per raccontare di abusi, di migranti, di spose bambine, di torture, di genocidi e delle violazioni di diritti umani presenti in ogni paese, anche nel nostro.
Mercoledì 5 aprile arriva a Officina Pasolini la Eko Orchestra, ensemble di chitarre che conta circa trenta elementi, tutti ragazzi tra gli undici e i venticinque anni. Nato nel 2008 al Festival Internazionale della Chitarra di Castrocielo e riconosciuto dal Mic come gruppo di interesse nazionale, nel 2022 ha vinto LAZIOSound nella categoria BORDERLESS, ha aperto il concerto di Max Gazzè in occasione della Festa della Musica a Roma ed è stato ospite dello SPONZ FEST di Vinicio Capossela. Sull’onda di questo successo, lo scorso dicembre ha realizzato il primo videoclip con il nuovo singolo Gitano. L’orchestra ha una componente fortemente pedagogica: unisce giovani provenienti da dodici comuni della provincia di Frosinone, ognuno portatore di esperienze, culture, conoscenze ed età diverse. Tanti sono stati i generi musicali affrontati e suonati dai ragazzi della Eko Orchestra. L’ultima scelta musicale è quella di suonare il rock con le chitarre classiche, unite alle sonorità del cajon, tamburello a cornice e contrabbasso. L’obiettivo è trattare il repertorio rock sfruttando le potenzialità timbriche della chitarra classica.
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