“Parto Naturale” dei Mojoshine è un richiamo alla nostra essenza primordiale, invitandoci a reagire all’indifferenza con amore e solidarietà. È un’opportunità di rinascita, un manifesto per la trasformazione individuale e sociale.
Ci sono temi o messaggi ricorrenti nelle vostre canzoni?
PAT: Il sostegno, la generosità, l’oblio, l’amore, il caos, la rabbia, la solitudine, il risveglio, l’onestà, il buio, la natura.
Quali artisti o generi musicali vi hanno influenzato maggiormente?
PAT: Ci influenza tutto ciò che è evidentemente fatto di cuore, di pancia, di sacrificio. I generi non esistono.
Come valutate la vostra evoluzione artistica nel corso degli anni?
PAT: Ci siamo messi a disposizione dei nostri cambiamenti, gli abbiamo dato fiducia e crediamo in questa rotta in mare aperto. Ci siamo evoluti nell’accettazione di ciò che siamo e le nostre canzoni ci rappresentano pienamente in questo.
Quali sono le vostre canzoni preferite da eseguire dal vivo e perché?
PAT: Non abbiamo canzoni preferite…ci lasciamo trascinare da ciò che succede sul palco e soprattutto da ciò che scambiamo con le persone sotto il palco…è sempre diverso ciò che ci sconvolge.
Da dove è nata l’idea per il vostro nuovo album “Parto Naturale”?
PAT: Si parlava di avere un’altra possibilità per poter ricominciare da capo la vita, tutta. Abbiamo immaginato l’esatto momento in cui tutto comincia come esseri umani, con le sue luci ancora deboli e i suoi profumi ancora da capire. Parto Naturale è il corridoio prima di uscire definitivamente dal ventre.
Quali sono i vostri obiettivi per il futuro in termini di carriera musicale?
PAT: Sognare è libero…e sogno di suonare spesso, ovunque. Come musicista, e quindi come privilegiato, spero sempre che la musica serva, che sia utile, che sia qualcosa che ti fa esistere, sparire, reagire.
L’obiettivo è salire sul palco, suonare come se fosse l’ultimo giorno sulla terra e condividere tutto questo con chi è lì per te.