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Antonello Viola incontra Filippo Lippi alla Galleria Salamon a Milano dal 17 novembre

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MILANO – La Galleria Salamon è lieta di presentare “Antonello Viola incontra un dipinto di Filippo Lippi”, mostra che nasce dallo studio attento che l’artista romano ha fatto di un’opera di straordinaria lievità e potenza al tempo stesso, una meravigliosa “Madonna con bambino” del 1433, unica opera di Filippo Lippi al mondo custodita in collezione privata.

Accanto, naturalmente al capolavoro antico, la mostra espone una selezione di sette opere inedite di Viola realizzate su carta giapponese. Questa piccola ma preziosa esposizione arriva solo pochi mesi dopo quella tenutasi alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma dove, parimenti, il lavoro dell’artista era in dialogo con il passato. “Nella mia pratica artistica il passato oltre che ispirazione è anche un aiuto nel ricucire e reinterpretare il presente” spiega Antonello Viola.

Alla base del lavoro c’è l’idea che la pittura richieda una processualità lenta e che ogni dipinto chiami l’artista a un rapporto di lunga frequentazione, a un dialogo tra due alterità che si contaminano reciprocamente. “I lavori di Viola hanno cronologie molto lunghe, a volte spaventosamente lunghe, di anni” – sottolinea Matteo Salamon- “ogni opera è dunque un segmento temporale, una porzione di vita”.

Le opere di Antonello Viola si sviluppano attraverso una serie di momenti emblematici che caratterizzano la sua pratica: un foglio di carta giapponese di formato medio o piccolo come inizio, una serie di stratificazioni successive, di campiture e toni di colore che si rilanciano reciprocamente, reagendo l’uno all’altro e inspessendo la carta fino a farla dissolvere nel colore. Non è esattamente la carta, dunque, ma questa “carta-colore il medium specifico dell’artista; l’approdo a un ultimo strato di foglia doro, o di oro bianco o rame, che restituisce a ogni lavoro l’aspetto di un “quasi monocromo”. Uno strato che chiude, sigilla e custodisce, e al contempo costituisce un nuovo inizio: solo dopo averlo applicato, l’artista inizia un meticoloso processo di scavo (uno scavo lieve, che asseconda le accidentalità della superficie), un nuovo disegno dell’opera, che si realizza retroattivamente e per via di raschiature e delicate asportazioni, e che lascia emergere, in piccole aree e lungo i margini, gli strati sottostanti, la vita materiale del dipinto.

Antonello Viola è nato nel 1966 a Roma, dove vive e lavora.

Nel 2022 ha esposto alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma

2021 Vitrea, Triennale di Milano, Milano. 2020 alla collettiva Real Utopias, evento collaterale di Manifesta 13, a Marsiglia. Le mostre personali più recenti includono Antonello Viola presentata dalla Galleria d’arte Alessandro Casciaro di Bolzano (2018), ha partecipato a numerose mostre collettive istituzionali, tra cui Looking for utopia, a cura di Bianca Cerrina Feroni e Melania Rossi, Novecento, Venezia (2019) e The artist / knight, a cura di Joanna De Vos, Gaasbeek Castel in Flemish Brabant, Belgio (2017) Tra cielo e terra, a cura di Silvia Litardi, Fondazione Carisbo, Bologna, Museo Marino Marini, Firenze (2016) Experimenta, a cura di Maurizio Calvesi, Ministero degli Affari Esteri, Roma. Collezione Farnesina. Ministero degli Affari Esteri. Aus der Tiefe, a cura di V. Fortunati e J. Zimmerman, Università di Magonza, Istituto Italiano di Cultura.

Mostra organizzata in collaborazione con Francesca Antonini Arte Contemporanea di Roma.

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