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Attività fisica chiave per rispondere a sfide della medicina

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“L’attività fisica può essere una delle chiavi per rispondere alla complessità che la Medicina si trova ad affrontare, dalle sfide dell’invecchiamento a quelle delle malattie croniche non trasmissibili”. Così Andrea Ermolao, professore all’Università di Padova e direttore dell’UOC di Medicina dello Sport e dell’Esercizio ha introdotto la seconda giornata del Congresso della European Initiative for Exercise in Medicine (EIEIM) in corso fino a sabato 29 ottobre a Padova. L’evento è organizzato da Exercise is Medicine – EIM®️ Italy, sotto l’egida del Dipartimento di Medicina, in collaborazione con Motore Sanità.

Sebbene i benefici dell’attività fisica sulla salute, sull’invecchiamento sano e sulla longevità siano noti, solo recentemente si sta facendo luce sui meccanismi biologici che rendono possibili questi effetti.

Su larga scala, sappiamo che l’attività fisica è utile a prevenire patologie come il diabete, l’obesità, la sindrome metabolica, le alterazioni a carico del cuore, il cancro e le malattie psichiche e neurodegenerative. Ma scendendo in una dimensione microscopica le cose sono molto articolate.

“Esistono diversi meccanismi su cui agisce l’attività fisica”, ha illustrato Marco Sandri, professore all’Università di Padova e direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche. “Uno di questi è l’autofagia, il meccanismo attraverso cui all’interno delle cellule vengono rimosse le componenti danneggiate o quelle che non sono più utili”. I livelli di autofagia sono un potente indicatore dello stato di salute di una persona: per esempio negli anziani non in salute si riscontra un dimezzamento di questa attività. Ciò, però, non avviene negli anziani sportivi.

L’autofagia è implicata in molti processi; nel caso dell’attività fisica il suo ruolo è decisivo nella rimozione dei mitocondri danneggiati, spiega Sandri. Se questo processo non funziona a dovere si hanno diversi effetti a cascata, tra cui la produzione eccessiva di sostanze dannose come i radicali liberi che danneggiano le cellule. Si altera inoltre la struttura a rete in cui sono organizzati questi organelli che all’interno della cellula sono responsabili della produzione di energia. “L’attività fisica – conclude Sandri – agisce a un doppio livello: favorisce l’autofagia e allo stesso tempo la biogenesi contribuendo a mantenere il numero e l’organizzazione ottimale dei mitocondri”. In tal modo esercita i suoi effetti benefici.

L’attività fisica può essere preziosa anche nel contrastare la sarcopenia, quella perdita di massa muscolare tipica dell’invecchiamento.

“Attenzione, però”, avverte Marco Narici, professore all’Università di Padova. “La sarcopenia è un fenomeno più complesso della semplice perdita di massa muscolare. Oltre a questo, è caratterizzata da un cambiamento del rapporto tra massa muscolare e massa grassa in favore di quest’ultima. E da una perdita intrinseca della forza muscolare, che a sua volta è dovuta a un processo di denervazione”, spiega il fisiologo.

Le strutture muscolari, guardate al microscopio, sono organizzate intorno a una fitta trama di cellule nervose che imprimono l’ordine di contrarsi attraverso ‘contatti’ chiamati giunzioni neuromuscolari. Con l’avanzare dell’età si assiste a una riduzione del numero di neuroni e l’intera struttura muscolare diventa frammentata con il muscolo che va incontro a un vero e proprio sfaldamento.

“Diversi studi sia negli animali sia nell’uomo hanno mostrato che l’esercizio fisico previene o rallenta questo cambiamento. In esperimenti su topi abbiamo visto che basta 1 mese di esercizio fisico per ridurre la frammentazione delle fibre nervose e una riduzione del processo di denervazione”, dice Narice. “Anche nell’uomo è stato osservato un effetto neuroprotettivo dell’esercizio fisico: da questo punto di vista un’attività particolarmente efficace si è dimostrata la danza. Studi su anziani, hanno mostrato che dopo sei mesi di ballo si osserva non una riduzione della fatica, un miglioramento della capacità contrattile dei muscoli e delle caratteristiche strutturali dei muscoli”, conclude.

La European Initiative for Exercise in Medicine (EIEIM) è partner di Exercise is Medicine (EIM), l’iniziativa sanitaria globale gestita dall’American College of Sports Medicine (ACSM) che si prefigge di rendere la valutazione e la promozione dell’attività fisica uno standard nell’assistenza sanitaria.

“Exercise is Medicine” si impegna a promuovere lo sport per il mantenimento di una salute ottimale, considerandolo parte integrante nella prevenzione e nel trattamento di molte condizioni mediche. L’evento, che si inserisce nelle celebrazioni per l’anniversario degli 800 anni dalla fondazione dell’Università di Padova, è principalmente (ma non esclusivamente) rivolta a medici professionisti dell’ambito sanitario e a chinesiologi.

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