BOLOGNA – Fuori dagli schemi, dirompenti, e consapevoli. Sono le protagoniste di FEMINISM(Z), una delle sezioni tematiche di BOOMing Contemporary Art Show, la fiera bolognese dell’arte emergente in programma dal 2 al 5 febbraio 2023, nei giorni di ART CITY Bologna e di Arte Fiera.
La terza edizione di questa sezione interamente dedicata al femminile si confronta in particolare con il tema del corpo fra oggettivazione e libertà, stereotipo estetizzante e bellezza della verità.
FEMINISM(Z) è orgogliosa di ospitare una selezione di alcune delle opere più intense di Letizia Battaglia. La grande fotografa – scomparsa lo scorso aprile – ha incarnato in modo esemplare la forza, le contraddizioni e la sensibilità di chi, da donna, ha saputo guardare il mondo e raccontarlo senza maschere. In esposizione, varie immagini che appartengono proprio al progetto “Corpo di donna”, provenienti dalla parte di archivio gestito dalla fiorentina Crumb Gallery. Scatti in bianco e nero realizzati dagli anni Settanta al 2019, scelti all’interno della sua vasta produzione per rappresentare l’universo femminile. Nota per i suoi reportage dedicati alla mafia siciliana, Battaglia ha portato avanti, in parallelo, una riflessione acuta e personale sulla vita della gente comune, e in particolare delle donne e delle bambine. “A Firenze, espongo foto di nudi” ha detto Battaglia in un’intervista del marzo 2020. “Con i miei scatti voglio raccontare una donna vera, senza filtri, e anche senza orpelli e gioielli che nelle mie immagini non ci sono mai, così come non c’è trucco. La mia non è la donna sexy e finta che fotografano gli uomini. La libertà di una donna passa attraverso il suo corpo, che abbia 20 anni o ne abbia 70: e la sua bellezza non è stabilita da nessuno. Io sono solo il tramite per raccontarla”.
Se le immagini di Battaglia liberano il potenziale femminile, Adriana Luperto denuncia l’uso e l’abuso dei corpi. L’artista, una delle anime fondatrici della Crumb Gallery gestita da sole donne, partecipa con ALL YOU CAN FUCK, il cui titolo rimanda ai ristoranti all-you-can-eat dove i commensali, pagando un prezzo fisso, usufruiscono di cibo illimitato. Un concept clonato da molti bordelli tedeschi: i clienti, a fronte di una tariffa forfettaria, possono ottenere decine di rapporti in uno slot orario fino a 9 ore. Secondo le leggi economiche ciò che è deprezzato finisce per essere anche disprezzato: le lavoratrici del sesso sono ridotte a beni di consumo. L’artista salentina racconta questo mondo con tocco delicato, attraverso piccoli lavori apparentemente leggeri realizzati dopo aver letto testimonianze e avere parlato con donne che si sono prostituite. Il progetto riunisce 15 acquerelli su carta di riso, tecnica tradizionale appresa da Luperto durante un lungo viaggio in Cina.
L’oggettivazione della donna e la consapevolezza di genere sono anche al centro del progetto presentato dalla galleria Febo&Dafne di Torino:in primo piano la quadreria di Diego Dominici con una selezione della serie Parafilie, ambigua e perturbante, che con una maschera e un’accurata messa in scena rivela il sottile confine tra l’abuso, il piacere e la libertà. L’artista Bresciana Elena Monzo lo affianca, con il progetto A Midsummer Night’s Dream, un immaginario provocante e provocatorio, colorato, crudo, ed esplora il legame tra l’individuo, in particolare la donna, e una società vuota ed estetizzante. La serie Nantes Lubricis Pelagi di Riccardo Bandiera, invece, ritrae nuotatrici sportive fuori dal loro elemento, l’acqua, figure velate da una lente appannata, che pone un limite allo sguardo superficiale distratto da dettagli esteriori e in ogni caso incapace di cogliere l’inafferrabile essenza dei soggetti.
Torna, poi, per il terzo anno di fila, l’acclamata MadMeg, presentata dalla galleria modenese D406. Quest’anno l’artista parigina porta in fiera una serie di chine su carta di grande formato che riprendono le tele di maestri come, soprattutto, Bosch e Bruegel, fonti di ispirazione costante – a partire dal nome che ha scelto, legato alla figura di Dulle Griet (Margherita la pazza) ritratta da Pieter Bruegel il Vecchio. Con feroce vena sarcastica, MadMeg applica l’ossessione per i dettagli e gli elementi fantastici a temi di attualità: tra i disegni, spiccano “Le combat des pro et des anti vaxx”, che pone l’accento sui contrasti assurdi che dividono la società nei tempi di pandemia e “Le sabbat des Erinyes”, dedicato al movimento #metoo nato in seguito al caso Weinstein. La storia dell’arte e la militanza si fondono ancora una volta con humour dissacrante.
Gradito anche il ritorno della galleria romana Supermartek con una nuova selezione di opere di Elena Pizzato Ketra che sviluppa la sua ricerca sul corpo e le modificazioni artificiali, sperimentando molteplici materiali e media. Frequenta assiduamente Amsterdam dove, attraverso mostre e residenze, approfondisce i concetti di feticcio ed estetica inorganica: Spaziando dall’estroflessione alla scultura fino all’installazione e al video, l’artista scoperchia un sottomondo popolato di bambole spogliate delle loro rassicuranti crinoline e rivestite di latex, specchi che alludono a segreti inconfessabili più che alla matrigna di Biancaneve, tirapugnitrasformati in dondoli, corsetti imprigionati in quadri di pvc e borchie, presine all’uncinetto realizzate dalla nonna novantatreenne con scritte trasgressive. Favola nera e realtà contemporanea si intrecciano con ironia.
“Non è una rivoluzione, c’è molta strada da fare e sarà “solo” l’ennesima occasione necessaria per accendere un focus sulle donne, ancora sottorappresentate nel sistema e nel mercato dell’arte”, commenta la direttrice artistica Simona Gavioli. Ad emergere saranno figure femminili di spicco nel panorama artistico, oltre che gallerie e artisti ed artiste che contribuiscono, con le loro opere, a de- e ricostruire le fondamenta socio-culturali del maschile e del femminile.
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