ROMA – A lasciare l’Italia a secco è un inverno che dal punto di vista climatologico fa segnare fino ad ora una temperatura superiore di 2,09 gradi la media storica ma l’anomalia è stata addirittura di 2,54 gradi nel centro Italia e di 2,65 gradi nel mezzogiorno, valori mai registrati prima. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla banca dati aggiornata Isac Cnr che rileva le temperature dal 1800 e che classifica il 2022 come l’anno più bollente con una temperatura media superiore di 1,15 gradi e la caduta del 30% di precipitazioni in meno, rispetto alla media storica del periodo 1991-2020. La pioggia e la neve – sottolinea la Coldiretti – sono importanti per dissetare i campi resi aridi dalla siccità e ripristinare le scorte idriche nei terreni, negli invasi, nei laghi, nei fiumi ma si registra anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell`arco alpino ed appenninico come evidenziato dall’ Anbi. Gli effetti sono evidenti con i grandi laghi che – continua la Coldiretti – hanno ora percentuali di riempimento che vanno dal 19% di quello Maggiore al 23% di Como fino al 35% del lago di Garda mentre il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca è a -3,1 metri e si registra anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell’arco alpino ed appenninico. Se le piste da sci nel centro Italia sono deserte con un pesante danno per l’economia locale, la mancanza neve in questa stagione – continua la Coldiretti – crea difficoltà anche per l’agricoltura secondo il vecchio adagio contadino “sotto la neve il pane. Ma a preoccupare – sostiene la Coldiretti – è anche il caldo anomalo con le coltivazioni ingannate da una finta primavera che si stanno predisponendo alla ripresa vegetativa come noccioli, pesche, ciliegie, albicocche, agrumi e mandorle dove iniziano ad aprirsi le gemme a fiore fuori stagione. Il rischio concreto è che – spiega la Coldiretti – nelle prossime settimane le repentine ondate di gelo notturno brucino fiori e gemme di piante e alberi, con pesanti effetti sui prossimi raccolti e sul carrello della spesa. Si accentua – sottolinea la Coldiretti – la tendenza al surriscaldamento in Italia dove la classifica degli anni più roventi negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo decennio e comprende nell’ordine dopo il 2022 il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020. Il cambiamento climatico è stato accompagnato da una evidente tendenza alla tropicalizzazione che – continua la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi. L’agricoltura – conclude la Coldiretti – è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con i danni provocati dalla siccità e dal maltempo che hanno superato nel 2022 i 6 miliardi di euro.
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