ROMA – «Solo due settimane fa siamo stati costretti a ribadire che la situazione contagi stava riprendendo una piega pericolosa. Ma ciò nonostante. ci siamo sforzati di non creare allarmismi nella società civile. Nel nostro bilancio di fine settembre avevamo raccontato infatti di oltre venti infermieri contagiati negli ultimi 20 giorni del mese che ci eravamo appena lasciati alle spalle. Numeri “importanti” che però delimitavano ancora una situazione sotto controllo. Oggi, nel pieno mese di ottobre, con una Italia che sta vivendo il nuovo dramma di quasi 12000 nuovi ammalati nelle ultime 24 ore, non possiamo più nasconderci. Siamo entrati di nuovo in guerra. Una guerra difficile e dura da combattere.».
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Sindacato Italiani Infermieri, traccia un nuovo amaro bilancio dei contagi degli operatori sanitari, partendo questa volta però non da un lasso di tempo di 20 giorni, ma dalle ultime 72 ore.
«I nostri referenti sindacali ci raccontano di ben 8 infermieri contagiati in Molise, al Cardarelli di Campobasso. Un tuffo al cuore per me, che sono nato professionalmente proprio in un reparto di rianimazione di quella regione piccola ma straordinaria, dalla quale oggi arrivano grida di allarme da parte dei colleghi perchè anni ed anni di austerity e piani di rientro hanno ridotto all’osso il personale infermieristico. E poi i numeri ci portano a 10, con altri due casi a Reggio Calabria. 10 colleghi contagiati in un lasso di tempo così breve non può essere un dato da sottovalutare!
Non ci dimentichiamo poi delle annose carenze di personale, e di quelle situazioni che tornano farsi difficili in particolare negli ospedali della Lombardia, senza trascurare il fatto che la mappa di questa nuova fase pandemica ci sta guidando verso “storie” che da un lato erano tristemente attese, come la Campania, ma anche sorprendenti, come il già citato Molise e la Valle d’Aosta.
Cosa sta succedendo? Cosa dobbiamo sapere che non sappiamo?
Perchè se al Sud le carenze strutturali potrebbero portare a tragiche conseguenze, anche al Nord riesplodono, tra le corsie, carenze mai del tutto risolte.
Gli infermieri italiani sono di nuovo in trincea. In fondo lo sapevamo: la tregua era solo temporanea. L’armistizio con il nemico era destinato a non durare a lungo. E allora ai “Governanti” diciamo: lasciateci fare quello che sappiamo fare meglio: difendere la salute dei cittadini. Ma non fateci combattere disarmati e a mani nude. E soprattutto diciamo basta a quelle pacche sulla spalla che suonano come una presa in giro e fanno più male di qualsiasi patologia da debellare. Gli infermieri italiani, e tra questi quei 2000 che erano in piazza, al Circo Massimo, lo scorso 15 ottobre stanno aspettando le vostre risposte. Gli infermieri italiani ci mettono ancora una volta la faccia e sono pronti ad affrontare di nuovo il nemico», conclude De Palma.