ROMA – Dopo le comunicazioni al Senato, il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha parlato alla Camera in vista del Consiglio europeo del 20 e 21 marzo. Durante il suo intervento ha citato il Manifesto di Ventotene, affermando: “Non so se questa sia la vostra Europa, ma certamente non è la mia”. Rivolgendosi alle opposizioni, ha criticato il loro richiamo al Manifesto, insinuando che non lo avessero mai letto o, in alternativa, che la loro adesione fosse preoccupante.
Le sue dichiarazioni hanno scatenato proteste in Aula, costringendo il presidente Lorenzo Fontana a sospendere momentaneamente la seduta. Meloni ha poi letto alcuni passi del Manifesto di Ventotene, sottolineando riferimenti alla rivoluzione socialista e alla dittatura del partito rivoluzionario. Le opposizioni hanno reagito con sdegno, accusando la premier di manipolazione storica.
Alla ripresa della seduta, i gruppi di opposizione hanno chiesto le scuse di Meloni per le sue affermazioni. Il deputato del Pd Federico Fornaro ha attaccato la premier, definendo il suo intervento “truffaldino” e ribadendo che il Manifesto di Ventotene è stato il simbolo dell’Europa federale contro il nazionalismo. Ha chiesto inoltre che Meloni riconosca il contributo di Altiero Spinelli alla costruzione europea.
Il Movimento 5 Stelle, attraverso il deputato Alfonso Colucci, ha condannato le parole di Meloni, affermando che negano i valori fondanti della Costituzione e della democrazia italiana. Colucci ha dichiarato che “non c’è spazio in Aula per il fascismo” e ha stigmatizzato l’atteggiamento della premier, che avrebbe riso durante il suo intervento, suscitando ulteriore indignazione tra le opposizioni. Il clima teso ha portato a una seconda sospensione della seduta da parte di Fontana.
Nel suo discorso, Meloni ha affrontato anche il tema del piano ReArm Europe, sottolineando che il governo aveva chiesto lo scorporo delle spese per la difesa dal Patto di stabilità. Ha ribadito l’importanza di rendere il piano sostenibile attraverso investimenti privati e garanzie europee.
Sul fronte internazionale, la premier ha commentato i colloqui tra Donald Trump e Vladimir Putin, riferendo di un possibile cessate il fuoco parziale sulle infrastrutture strategiche in Ucraina. Ha espresso sostegno agli sforzi di Trump per una pace “giusta e duratura”, ribadendo che con la nuova amministrazione americana non si ripeteranno episodi di debolezza occidentale come in Afghanistan.
Rispondendo al Partito Democratico, Meloni ha chiarito che la sua posizione è orientata agli interessi dell’Italia, senza un allineamento incondizionato con l’Europa o gli Stati Uniti. Ha affermato di sostenere la compattezza dell’Occidente, ma con priorità nazionali.
Infine, rivolgendosi alla segretaria del Pd Elly Schlein, ha criticato la sua posizione su Trump, ribadendo che gli alleati non cambiano a seconda di chi vince le elezioni, sottintendendo che la stabilità delle alleanze internazionali deve prescindere dai risultati elettorali.
L’articolo Meloni alla Camera: scoppia la bagarre, fischi e proteste. Seduta sospesa proviene da PRIMA NOTIZIE.