ROMA – Pubblicato dal prof. Pietro Gentile,Associato di Chirurgia Plastica dell’Università Tor Vergata di Roma lo studio intitolato sull’autorevole rivisita scientifica internazionale “Aesthetic Plastic Surgery” lo studio “Tuberous Breast, Deformities, and Asymmetries: A Retrospective Analysis Comparing Fat Grafting Versus Mastopexy and BreastImplants”. Con questo studio si dimostra come, in casi opportunatamente selezionati e idonei, il Lipofilling– una metodica rigenerativa basata sull’innesto del proprio grasso – sia una valida metodica alternativa alle protesi anche nel trattamento del seno tuberoso. Lo studio confronta i risultati ottenuti in un gruppo di donne (35 pazienti) trattate con Lipofilling, con quelli di un gruppo trattato con mastopessi e protesi (30 pazienti) per la correzione della mammella tuberosa, unadeformità che rende le mammelle strette ed allungate, con vari gradi di asimmetria, ipoplasia e deformità delcomplesso areola capezzolo.
I risultati: il 77% (n = 27) delle pazienti trattate con due interventi di Lipofilling (ciascuno a distanza di circa 6 mesi l’uno dall’altro) ha mostrato risultati eccellenti dopo 1 anno rispetto allepazienti trattate con un solo intervento di mastopessi con protesi, che hanno mostrato gli stessi risultati nel73% (n = 22) dei casi. La naturalezza e il grado di soddisfazione nel gruppo di donne trattate con il Lipofilling erano superiori a quelli del gruppo trattato con mastopessi e protesi. Le pazienti trattate con il lipofilling hanno mostrato seni naturali senza cicatrici e ottimi risultati estetici dopo due procedure. Le pazienti trattate con mastopessi e protesi hanno invece mostrato risultati più evidenti e duraturi dopo una sola procedura, presentando però cicatrici e risultati meno naturali.
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