Site icon PRIMA COMMUNICATION

Stato della tecnologia in Europa 2022. Report Atomico: persi 400 miliardi di dollari in valore

Tech Report 300x300 Xg9zdD

Tech Report 300x300 Xg9zdD

MILANO – Dopo l’ottima partenza di inizio anno, gli investimenti del 2022 nel settore tech si chiuderanno intorno agli 85 miliardi di dollari, cifra inferiore al record dello scorso anno (+100 miliardi di dollari), ma che resta il secondo importo più alto mai investito nell’ecosistema tecnologico europeo. Il 77% degli intervistati(fondatori, operatori e investitori) rimane fiducioso nel futuro della tecnologia europea: l’Europa raccoglie la quota maggiore degli investimenti in aziende tecnologiche early-stage e purpose driven su scala globale. 

Una crescita da record che si è scontrata con forti venti contrari di natura macroeconomica e geopolitica: il nuovo rapporto del fondo d’investimento Atomico The State of European Tech: 2022 edition, che sarà presentato il 7 dicembre alle 15:30 in un evento digitale, mostra come il 2022 abbia rappresentato per l’industria tecnologica europea un anno senza precedenti, capace di mostrare incredibili accelerazioni e improvvise frenate. A giugno 2022, infatti, i livelli di investimento nella tecnologia europea erano superiori del 4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La frenata nella seconda metà dell’anno ha fatto però sì che gli investimenti totali non arrivino a toccare il livello record dello scorso anno, di oltre 100 miliardi di dollari, attestandosi intorno agli 85 miliardi, cifra che si colloca comunque al secondo posto tra quelle mai registrate nell’ecosistema tecnologico europeo.

Italia: meno posti di lavoro nel tech e investimenti bassi, ma la capitalizzazione regge

Tra il 2021 e il 2022, l’Europa meridionale ha aggiunto 4 nuovi unicorni alla sua “mandria”, con un aumento del 21%, mentre l’Italia ha coniato le sue prime due aziende born-and-raised da oltre 1 miliardo di dollari: Satispay e ScalaPay.

Confrontando la percentuale di ricerche di lavoro per posizioni tecnologiche anno per anno (da settembre 2021 a settembre 2022), la maggior parte dei Paesi continua a registrare un aumento dell’appetito per i ruoli tecnologici. Gli aumenti più marcati si registrano in Francia, Svezia e Germania, mentre Danimarca, Portogallo e Italia hanno subito riduzioni: l’Italia ha registrato un  calo del 6,3%, il Portogallo del 5,2%. In generale, la quota di annunci di lavoro nel settore tecnologico è diminuita rispetto al totale degli annunci, a indicare che la creazione di posti di lavoro nel settore tecnologico è rallentata rispetto al mercato del lavoro in generale. Questa tendenza è più marcata in Italia. Se nel 2020, infatti, si registravano 44.723 annunci di lavoro nel settore tecnologico per 1 milione di annunci di lavoro, nel 2022 questo numero è sceso a 32.999. L’Italia, insieme al Belgio e ai Paesi Bassi, si distingue per l’elevata percentuale di ruoli difficili da coprire (Hard To Fill, HTF) negli ultimi tre anni. Ciò si riflette nel sentiment condiviso da fondatori e manager che hanno risposto al sondaggio: 62% degli intervistati italiani ha affermato che è più difficile acquisire nuovi talenti oggi rispetto a 12 mesi fa. L’Italia, con la Spagna, continua a registrare livelli di investimento nettamente inferiori alla media, nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni. L’attività di investimento in Italia tende a orientarsi verso i round early-stage, con un livello doppio di capitale investito (come quota del capitale totale investito per Paese) in round inferiori a 20 milioni di dollari, rispetto al Regno Unito, ad esempio. L’Italia ha registrato il calo minore della capitalizzazione di mercato ed è ora l’ottavo Paese per capitalizzazione di mercato nel settore tecnologico in Europa, dopo le IPO di Technoprobe e Tatatu, le uniche due grandi IPO tecnologiche in Europa quest’anno.

I nuovi trend

La compressione dei mercati – pubblici e privati -, la generale chiusura della finestra di opportunità per le IPO, il rallentamento della creazione di nuovi unicorni, la ritirata degli investitori statunitensi e deal making in calo, i numerosi licenziamenti: secondo l’indagine condotta da Atomico, queste le principali sfide del 2022. In ogni caso, nonostante il contesto macroeconomico più difficile dai tempi della crisi finanziaria globale, gli investimenti del 2022 in Europa toccheranno i 38,8 miliardi di dollari e saranno comunque più che doppi rispetto a quelli del 2020.

Compressione dei mercati

Le aziende tecnologiche europee hanno registrato una perdita di circa 400 miliardi di dollari di valore dall’inizio del 2022: il valore totale dell’ecosistema è sceso a 2,7 trilioni di dollari, dopo il picco di 3,1 trilioni di dollari raggiunto alla fine del 2021, restando comunque di 5 volte superiore rispetto al 2015.

Rallentamento del mercato delle IPO

Nel 2022 si sono contate solo tre IPO del settore tech con un valore di mercato superiore a 1 miliardo di dollari in Europa e negli Stati Uniti (due di queste in Europa): questo dato, confrontato con le 86del 2021, anno record per le IPO, segna una riduzione del volume pari a 30 volte.

Unicorni in rallentamento

Nel 2022 sono emersi “solo” 31 nuovi unicorni, contro il record di 105 del 2021, tornando così ai livelli tipici degli ultimi anni, che hanno visto 25 nuovi unicorni nel 2020 e 35 nel 2019.

Ritirata degli investitori US

Nella prima metà del 2022 ci sono stati 133 round da almeno 100 milioni di dollari, superando il totale di 2019 e 2020 messi insieme. Tuttavia, con solo 37 round di questa portata nella seconda metà dell’anno, i round di grandi dimensioni appaiono complessivamente in calo. Si registra anche una notevole riduzione (-22%) del numero di investitori statunitensi attivi in questi round dal 2021. Coerentemente, l’82% dei fondatori che hanno risposto al sondaggio ritiene che oggi sia più difficile raccogliere capitali di rischio rispetto a 12 mesi fa.

Licenziamenti diffusi

Infine i licenziamenti: ad oggi, sono stati licenziati oltre 14.000 dipendenti di aziende tecnologiche con sede in Europa, pari al 7% dei licenziamenti globali.

“Quest’anno ha sfidato le aspettative, ma i dati vanno interpretati in prospettiva, non solo in relazione agli ultimi 24 mesi – commenta Sarah Guemouri, Principal di Atomico e co-autrice del rapporto Lo scorso anno ci ha abituato a numeri eccezionali: ciò a cui stiamo assistendo nel 2022 è ancora e comunque significativamente superiore rispetto a due anni fa. Con la maturazione dell’ecosistema europeo naturalmente assisteremo a flussi e riflussi, ma non dobbiamo sottovalutare i nostri progressi complessivi sulla base delle macro condizioni che stanno influenzando ogni settore a livello mondiale”.

“L’ecosistema tecnologico, così come lo conosciamo oggi, ha appena vent’anni e in questo lasso di tempo è maturato a un ritmo incredibile – aggiunge Tom Wehmeier, Partner, Head of Insights di Atomico e co-autore del rapporto Il vero successo nel settore si basa sul talento, sull’innovazione e sul company-building di lungo termine. I pezzi fondamentali del puzzle sono al loro posto, con 44 miliardi di dollari di fondi di venture capital europei pronti a essere investiti nelle giuste opportunità. In termini di forza di fondo del nostro ecosistema, è cambiato molto meno di quanto pensiamo”.

I segnali positivi

Diverse tendenze indicano che il prossimo anno presenterà molte opportunità per il settore tecnologico europeo. L’ecosistema tecnologico europeo mostra infatti una veloce maturazione, mentre si osservano livelli record di liquidità pronta per essere impiegata. Impegno a favore dell’ambiente e orientamento allo scopo rappresentano le nuove priorità e, infine, il settore tecnologico ucraino si è dimostrato capace di rappresentare un asset fondamentale per il paese.

Maturazione dell’ecosistema

Nonostante il ritiro di alcuni investitori, l’ecosistema tecnologico europeo beneficia ancora di numerosi e diversificati investitori esperti, attivi e orientati al lungo termine. Finora sono oltre 3.200 le istituzioni uniche che hanno partecipato ad almeno un investimento in Europa nel 2022. Inoltre, va rilevato come il talento venga reimpiegato da una generazione di aziende alla successiva, con il 55% dei fondatori e il 59% dei leader nel 2022 che vantano un’esperienza multigenerazionale, e il 22% esperienza di lavoro in aziende da oltre 1 miliardo di dollari. Si nota poi che sono quasi 700 i nuovi fondatori degli anni 2010 diventati oggi unicorni di successo, quasi 25 volte di più della coorte degli anni 2000: vediamo oggi la più grande pipeline di talenti che l’Europa abbia mai avuto.

Alti livelli di dry powder

Alla fine del 2021, gli investitori “venture” e “growth” europei contavano su una liquidità totale di 84 miliardi di dollari, con un aumento di quasi tre volte in cinque anni. Possiamo aspettarci che la corsa a impiegare il capitale il più rapidamente possibile rallenti nel 2023, ma questi dati possono rassicurare il mercato sulla presenza di liquidità di capitale, nonostante il persistere di condizioni sfavorevoli.

Sostenibilità e orientamento allo scopo prioritari

Quest’anno le aziende Planet Positive hanno guadagnato un’ulteriore quota del mercato tecnologico, conquistando il 15% dei finanziamenti europei, contro il 12% dello scorso anno. Ad oggi, si tratta di 10,3 miliardi di dollari investiti in aziende tecnologiche con tematiche Planet Positive.

I livelli di investimento in società purpose driven sembrano destinati a superare gli importi record del 2021, per quanto in misura ridotta. Su scala globale, l’Europa rappresenta ora la quota maggiore (51%) di tutti gli investimenti in aziende tecnologiche early-stage e purpose driven, come dimostra il capitale investito in round fino a 20 milioni di dollari. Attualmente sono 42 gli unicorni europei classificati come purpose-driven, il che significa che le aziende orientate allo scopo rappresentano ora il 12% di tutti gli unicorni europei. Diversamente da quanto avviene in Europa, gli investimenti nordamericani e asiatici in imprese purpose-driven sono diminuiti rispettivamente del 50% e del 65% rispetto all’anno scorso.

Il ruolo del settore in Ucraina

Nonostante la guerra, l’industria tecnologica ucraina ha rispecchiato la generale resilienza europea. Nei primi otto mesi del 2022, l’ICT in Ucraina è cresciuto del 16% su base annua, unico settore di esportazione che genera stabilmente entrate in valuta estera per il paese. L’85% delle aziende ucraine del settore ICT è tornato agli indicatori prebellici e il 77% di esse ha attirato nuovi clienti dall’inizio della guerra. Quest’anno, nel mezzo del conflitto, un’azienda ucraina è riuscita a qualificarsi come unicorno: Unstoppable Domains, che costruisce siti web non censurabili tramite domini protetti da blockchain. Questa crescita riflette la forza più ampia dell’ecosistema delle startup ucraino, che, alla fine di ottobre, aveva attratto ben 241 milioni di dollari. Nel contesto regionale, l’Ucraina si colloca al sesto posto in termini di investimenti in start-up.

Ha dichiarato Chris Grew, Partner, Technology Companies Group, Orrick: “Siamo in un periodo di incertezza del mercato e i dati suggeriscono chiaramente che i fondatori faranno bene a concentrarsi su efficienza, sostenibilità e redditività piuttosto che su una crescita sfrenata. Detto questo, il bacino di investitori è più ampio che mai e il ruolo della tecnologia nell’economia europea è molto diverso rispetto all’ultima crisi. Anzi, è fondamentale per risolvere la crisi climatica e le altre sfide che la società deve affrontare”.

Simon Bumfrey, Head of Relationship Banking Europe, Silicon Valley Bank UK ha affermato: “Non c’è dubbio che quest’anno l’economia abbia dovuto affrontare forti venti contrari, che hanno portato all’incertezza in ogni fase della vita delle imprese e in ogni settore dell’ecosistema tecnologico e dell’innovazione. Il rallentamento dell’attività di investimento non è una sorpresa, ma nel complesso è stato incoraggiante vedere la rapidità, la tenacia e l’agilità con cui le imprese si sono adattate alle sfide. Di conseguenza, stiamo assistendo a un’importante pipeline di investimenti early-stage e a un’attività di finanziamento del debito di imprese in fase di scale-up che aiuterà le aziende a navigare il futuro e a guidare la crescita, e siamo fiduciosi che l’economia dell’innovazione ne emergerà più forte che mai”.

Atomico ha intervistato oltre 35 figure di spicco dell’ecosistema tecnologico europeo, da investitori e fondatori a sviluppatori e community leader, dichiarazioni riportate nel rapporto e nella sezione “Voices of the European tech leaders” (“Voci dei leader tecnologici europei”). Orrick, Silicon Valley Bank e Atomico hanno inoltre creato un sondaggio per integrare i dati con un’analisi qualitativa. Il sondaggio è stato condotto nei mesi di settembre e ottobre 2022, per più di 4.000 risposte qualificate.

I trend principali del rapporto – che vuole offrire uno sguardo data-driven utile, credibile e trasparente sull’ecosistema tecnologico europeo e che è frutto dell’elaborazione di dati quantitativi raccolti da Atomico in 41 Paesi europei e della sua indagine sugli atteggiamenti e le esperienze di migliaia tra fondatori, operatori e investitori – saranno discussi nel corso di un appuntamento online che vedrà la partecipazione di alcuni dei più importanti fondatori e investitori europei, tra cui: James Anderson (Presidente, Kinnevik), Judith Dada (General Partner, La Famiglia), Federico Faggin (inventore del primo microprocessore commerciale), Lila Ibrahim (COO, Deepmind), Sebastian Siemiatkowski (CEO e Co-fondatore, Klarna), Niklas Zennström (CEO e Co-fondatore Atomico), Tania Boler (CEO e Co-fondatore, Elvie).

La registrazione dell’evento sarà disponibile al sito: https://events.atomico.com/soet2022livestream.

L’articolo Stato della tecnologia in Europa 2022. Report Atomico: persi 400 miliardi di dollari in valore proviene da i-Talicom | news 24 ore su 24 sul Made in Italy.

Exit mobile version