ROMA – Il caso di Emanuela Orlandi, la ragazza di 15 anni scomparsa nel giugno 1983, continua ad essere uno dei misteri più inquietanti d’Italia. Dopo decenni di indagini e false piste, gli inquirenti della Procura di Roma stanno vagliando documenti e atti posti all’attenzione dalla magistratura del Vaticano. La notizia ha suscitato grande attenzione da parte dei media e delle famiglie della ragazza, che da anni chiedono verità e giustizia.
Il procedimento, aperto lo scorso anno e sulla base della richiesta del Csm su un esposto presentato dalla famiglia di Emanuela, ha portato all’audizione di diverse persone informate sui fatti, tra cui l’ex procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo. L’oggetto dell’iniziativa dei familiari della ragazza scomparsa nel 1983 verteva sulla richiesta di accertamenti sulla condotta dei magistrati della Procura di Roma con riferimento ai colloqui intercorsi con il Vaticano per il rinvenimento del corpo di Emanuela Orlandi.
Capaldo, nel corso di alcune trasmissioni televisive, aveva affermato di avere incontrato due rappresentanti del Vaticano che gli “promisero di rivelare dove fosse il corpo” della ragazzina. Tra i nomi eccellenti fatti al magistrato, quello del cardinale Giovanni Battista Re, attuale decano del Collegio cardinalizio e all’epoca della scomparsa della quindicenne cittadina vaticana sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato.
Tra le documentazioni prodotte dalla famiglia Orlandi, ci sono quattro fogli di una chat, risalente ai primi anni del pontificato di Francesco, in cui si parla del caso di Emanuela. Tra gli interlocutori di questa chat ci sarebbe il cardinale Santos Abril y Castello’, presidente della Commissione cardinalizia di vigilanza dello Ior e arciprete emerito della basilica papale di Santa Maria Maggiore.
Nonostante l’apertura di questa nuova fase di indagini, la famiglia di Emanuela Orlandi non è ancora stata coinvolta. Laura Sgrò, legale di Pietro Orlandi, ha dichiarato di avere appreso la notizia dai media e di auspicare una cooperazione leale tra la procura e Santa Sede nella ricerca della verità. Sgrò ha precisato che questo è ciò che la famiglia Orlandi chiede da anni per avere la verità su Emanuela.
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