ROMA – Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), ha espresso preoccupazione riguardo al bradisismo e al crescente rischio sismico nella zona dei Campi Flegrei, a Napoli. Durante un’audizione alla Camera, Doglioni ha evidenziato che la crescente sismicità potrebbe portare a piccole esplosioni freatiche, causate da acqua in stato supercritico, e non da eruzioni di magma. Ha sottolineato che la situazione attuale è incerta: potrebbe risolversi rapidamente come nel 1983-84 o evolvere in maniera più grave.
Due scenari emergono: uno ottimistico, dove la crisi bradisismica attuale si conclude come nel periodo 1982-84, e uno pessimistico, che prevede un’eruzione simile a quella del Monte Nuovo nel 1538. Quest’ultima eruzione è diversa da quella avvenuta 39.000 anni fa, che ha rilasciato oltre 400 metri cubi di materiale.
Doglioni ha sottolineato che, in caso di eruzione, non si può prevedere né il momento né il luogo esatto. Tuttavia, qualsiasi eruzione, anche minore, causerebbe notevoli disagi sociali. Ha ribadito che i Campi Flegrei sono un vulcano attivo e non si estingueranno.
Giuseppe De Natale, un altro dirigente dell’INGV, ha evidenziato la necessità di ridurre il rischio sismico, controllando la stabilità degli edifici in un’area di 20 km, in particolare scuole, ospedali e uffici pubblici. Ha anche suggerito la possibile evacuazione di migliaia di persone tra Pisciarelli e Solfatara. La prefettura di Napoli sta collaborando con le autorità nazionali per affrontare la situazione. De Natale ha avvertito che, se il sollevamento del terreno continua, potrebbero verificarsi terremoti più intensi rispetto al periodo 1983-84.
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