ROMA – Dal 2005 i Campi Flegrei sono soggetti a una nuova fase bradisismica, attualmente ancora in corso. Con lo studio “Space and time distribution of seismic source energy at Campi Flegrei, Italy through the last unrest phase (1.1.2000–31.12.2023)” appena pubblicato sulla rivista internazionale ‘Physics of the Earth and Planetary Interiors’, i ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) hanno analizzato un rilevante set di dati sulle variazioni spazio-temporali dei parametri sismici, acquisiti tra il 1 gennaio 2000 e il 31 dicembre 2023, con l’obiettivo di comprendere meglio i fenomeni che caratterizzano l’attuale crisi vulcanica.
La ricerca ha evidenziato che la distribuzione spaziale e temporale dei terremoti avviene prevalentemente in sciami, con una durata media di circa un giorno per ogni sciame.
Edoardo Del Pezzo, associato di ricerca dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV e primo autore dello studio, precisa “A partire dal 2010 abbiamo osservato un incremento del numero di sciami e di eventi all’interno di ciascuno di essi, suggerendo un’evoluzione dell’attività sismica della caldera. Tuttavia, non abbiamo rilevato un aumento significativo del momento sismico totale, ovvero dell’energia rilasciata, all’interno di ciascuno sciame nel tempo”.
Un aspetto innovativo dello studio ha riguardato l’analisi della densità spaziale dell’energia sismica.
Francesca Bianco, Direttrice del Dipartimento Vulcani dell’INGV e coautrice dello studio, specifica “Negli ultimi 15 mesi – da ottobre 2022 a dicembre 2023 – si è rilevato un ampliamento delle zone di frattura nella parte occidentale della caldera, a una profondità di circa 3000 metri sotto il livello del mare. Questa zona di maggiore fratturazione coincide con aree caratterizzate da forti contrasti di attenuazione sismica, suggerendo un’intensa attività di deformazione delle rocce. La distribuzione della densità spaziale dell’energia sismica, insieme allo studio statistico della distribuzione temporale dei terremoti, evidenziano importanti proprietà del bradisismo, confermando che la fase di instabilità dei Campi Flegrei è ancora in corso, con un progressivo ampliamento delle zone di frattura verso sud e ovest rispetto a misurazioni effettuate 22 mesi prima, da dicembre 2020 a ottobre 2022”.
Questo studio suggerisce l’utilità del monitoraggio in continuo del parametro della densità spaziale dell’energia sismica, insieme alla classica distribuzione spaziale degli ipocentri.
Quest’ultima, infatti, nel caso di numerosi eventi in volumi relativamente di piccole dimensioni, non permette una visione immediata della reale energia in gioco, che è invece un parametro cruciale per comprendere l’evoluzione della crisi bradisismica in atto e per contribuire a definire eventuali scenari evolutivi del fenomeno vulcanico.
La ricerca si inquadra negli innumerevoli progetti in corso volti alla comprensione dell’affascinante fenomeno del bradisismo flegreo, importante non solo per motivi scientifici ma anche per l’enorme impatto sociale di un’eventuale eruzione nell’area.
L’articolo Campi Flegrei: dal 2010 più sciami sismici ma energia invariata proviene da PRIMACAMPANIA – NEWS24ORE.