Gli Avengers del podcast in uno show inedito targato Giffoni

GIFFONI VALLE PIANA – I giffoner nello scorso luglio li avevano soprannominati gli “Avengers” del podcast. Per la prima volta nella storia, cinque dei più importanti podcaster italiani del momento si sono riuniti sullo stesso palco per un incontro-evento speciale: Gianluca Gazzoli per The Basement, Daniele Tinti e Stefano Rapone per Tintoria, Martin e Luis Sal per Muschio Selvaggio hanno realizzato non solo una novità nel panorama della 54esima edizione del Giffoni Film Festival ma anche un “unicum” a livello nazionale. Quell’incontro da oggi sarà disponibile sul canale di Youtube di Giffoni. Cinquanta minuti tra risate, battute ma anche un esperimento riuscitissimo: un format inedito con la presenza di 250 ragazzi in sala della sezione di Impact! di #Giffoni54 non solo spettatori ma anche parte integrante dello spettacolo.

 Così, dal palco della Sala Blu Impatto Giovani della Giffoni Multimedia Valley, l’incontro tra i cinque personaggi più amati dal pubblico dei podcast si trasforma in un botta e risposta. A partire dalla domanda che nasce spontanea in una fantasiosa puntata con Papa Bergoglio. Per Gazzoli la curiosità è “sull’aver conosciuto Michael Jordan”, per Tintoria “il suo rapporto con le droghe leggere“, mentre Martin Sal le conserva per sé “e non le brucia in vista di una futura presenza di Papa Francesco a Muschio Selvaggio”.

I podcast diventano anche strumento per superare “l’illusione della distanza”, tema di #Giffoni54. “Questo è un mezzo che crea un’illusione di vicinanza per chi ascolta. Con la televisione e il cinema il pubblico è più spettatore, con il podcast ha l’illusione di essere parte della conversazione e questo colma quella distanza. Il divismo dei vecchi tempi non esiste più, l’ospite che sta là a parlare sembra una persona comune”, sostiene Daniele Tinti. Interviene poi Gianluca Gazzoli: “Vengo dal mondo della radio che questa cosa l’ha fatta prima di altri. Con il podcast però tutto diventa ancora più potente, si amplifica, ti accompagna ovunque e ti senti coinvolto nella conversazione, questo accorcia maggiormente le distanze. È inoltre un mezzo più sincero di altri che prevedono mille tagli e montaggi e ti fanno percepire meno autentica la cosa che stai ascoltando o vedendo. Il podcast restituisce più autenticità”. Martin Sal aggiunge: “Sembra che la distanza crolli, ma da un altro lato viene alimentata perché si tratta comunque di spettacolo”.

Spazio alle domande dei ragazzi, dalla scelta degli ospiti (“Non seguire la popolarità di un personaggio per provare la scorciatoia delle views ma quello che si vuole raccontare”, le parole di Gazzoli), alle modalità di conduzione e soprattutto di interagire con i vari protagonisti che si susseguono di episodio in episodio nei vari e fortunati format. Gazzoli parla di “una grammatica che va rispettata, dei capisaldi che sono: l’ascolto e la sensibilità di capire quando dire una cosa o quando chiederla”. Rapone sottolinea: “Devi ascoltare l’ospite e cercare di metterlo a suo agio, non è uno spettacolo o una performance, bisogna chiacchierare con una persona, magari appena conosciuta, come lo si farebbe tra amici”.

Eppure c’è la forza del mezzo, sempre più in ascesa e centrali nei ragazzi, diventato un mezzo anche di informazione nel suo rapido mutamento: “Bisogna sempre fare attenzione al panorama – afferma Luis Sal di Muschio Selvaggio, fondato nel 2020 -: oggi, per esempio, vedere Gerry Scotti online seduto a un tavolo non è più sconvolgente come lo era 4 anni fa“. “Il primo a riconoscere la potenza del podcast è stato il pubblico – ammette Gazzoli -, poi gli ospiti come spazio spontaneo riconquistato”. E sul consiglio per il podcast perfetto Tinti chiosa: “Un buon microfono!”. Il riassunto di un pomeriggio da rivivere attraverso i canali di Giffoni.

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