NAPOLI – Siamo alle porte di un inverno complesso, con conseguenze economiche e sociali importanti causate dai peggiori rincari dell’ultimo decennio. Un paese che deve affrontare il caro bollette, crisi energetica, crisi climatica come ben fotografato dai numeri che Legambiente presenta in un dossier Civico 5.0 con una “Fotografia dell’abitare delle dieci municipalità: monitoraggi dei consumi elettrici e termografie.”
Per il terzo trimestre 2022, abbiamo avuto prezzi (per la voce spesa della materia energia, che pesa per più dell’80% sul prezzo complessivo in bolletta) di 0,31 €/kWh per l’energia elettrica e di 1,09 euro/Smc per il gas, valori in aumento, rispetto al terzo trimestre del 2020, rispettivamente del 623 e del’800%. In Campania, già nel 2021 le famiglie hanno speso in media, per luce e gas, 1.561 euro, il 36% in più rispetto al 2020. Nello specifico, la bolletta elettrica è stata, in media, pari a 704 euro – la seconda più alta di tutta Italia – con un rincaro annuo del 35%; quella del gas, invece, è arrivata a 857 euro, in aumento del 36% rispetto al 2020. [fonte: analisi Facile.it].
Le famiglie italiane che oggi si ritrovano a dover fronteggiare questi aumenti vivono, nella quasi totalità dei casi, in case non efficientate o scarsamente efficientate energeticamente. Ciò aggrava ulteriormente questa situazione: una casa non efficientata comporta dei consumi maggiori, sia di corrente che di gas. In particolare, in Campania, il 39,6% degli edifici ha un APE( Attestato di Prestazione Energetica)che attesta una classe energetica G, la più bassa. Le classi energetiche stabilite sono in tutto 10: A4 (la migliore), G (la peggiore).Per i fabbisogni di una casa in classe G è necessaria una quantità di energia quasi dieci volte superiore rispetto ad una casa con certificazione energetica di classe A4, con ricaduta sui costi in bolletta fino a 10 volte maggiori.
“Davanti a questi dati- commenta Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania– risultano necessarie misure straordinarie in grado di rispondere alla crisi climatica, energetica e socioeconomica. Oggi il cambiamento vero passa assolutamente dalla conversione ecologica delle nostre città a partire dalle nostre abitazioni. Una sfida possibile, una sfida di comunità. La riqualificazione energetica, la rigenerazione urbana, l’elettrificazione dei consumi domestici e la modifica degli stili di vita rappresentano l’unica strada. Serve una profonda trasformazione degli edifici (rendendoli più efficienti energeticamente, sicuri sotto il punto di vista sismico e dalla presenza di amianto, il tutto garantendo che i miglioramenti siano per tutte le fasce sociali) e dei quartieri, puntando l’attenzione ai bisogni dei cittadini e all’innovazione ambientale. “
Secondo un’elaborazione di CGIA Mestre, basata sui dati Rapporto OIPE 2020, le famiglie in Italia a rischio povertà energetica sarebbero almeno 4 milioni, significa più di 9 milioni di persone. La regione maggiormente in difficoltà è proprio la Campania: il numero di famiglie campane che utilizza luce e gas saltuariamente oscilla tra 519 e 779 mila unità. Si parla di un numero di persone compreso tra 1.370.914 e 2.056.371.
Queste famiglie in difficoltà si ritrovano poi a dover vivere talvolta in abitazioni che vanno ad aggravare la loro spesa energetica. Il censimento ISTAT del 2011 ci raccontava una situazione già grave: in Campania, si parla di circa 195 mila edifici residenziali in stato mediocre o pessimo, si tratta di oltre il 21,8% del patrimonio edilizio abitativo della regione.
Il 39,6% degli edifici sul territorio campano ha un APE che attesta una classe energetica G. Numeri importanti, che mettono in luce un patrimonio edilizio vetusto, che comporta costi in bolletta maggiori per le famiglie che vi abitano. Legambiente Campania ha realizzato una fotografia della qualità dell’abitare attraverso le analisi termografiche ed elettriche di 10 abitazioni nelle 10 municipalità di Napoli realizzate dai volontari di Legambiente Campania nell’ambito del progetto “Volontari per comunità sostenibili” finanziato dalla Regione Campania.
Nei mesi di gennaio, febbraio e marzo 2022 sono state effettuate delle analisi termografiche in giro per le dieci municipalità, per poter dare un quadro di massima dello stato del patrimonio edilizio della città di Napoli. L’indagine condotta sugli edifici residenziali delle 10 municipalità di Napoli ha quindi evidenziato una fotografia abbastanza complessa. In particolare, nell’ 80% degli edifici, sono stati evidenziati numerosi ponti termici al livello degli infissi di balconi e finestre. In aggiunta in tre municipalità (30%) sono evidenti anche le impronte termiche del solaio. Nel 60% dei casi le termografie hanno evidenziato come le pareti dell’edificio non isolino adeguatamente la struttura sotto il punto di vista termico. Molte delle termografie effettuate hanno mostrato, infatti, grande disomogeneità cromatica dovuta proprio ad una differente dispersione del calore dell’edificio. Infine, un solo edificio dei dieci analizzati per il progetto ha evidenziato al di sotto dei balconi la presenza di macchie di umidità e muffa.
Anche l’interno delle nostre abitazioni, le nostre abitudini quotidiane possono avere un impatto sulla bolletta. L’utilizzo che facciamo degli elettrodomestici e le scelte che compiamo quando ne compriamo uno nuovo hanno una loro incidenza. Per conoscere meglio le abitudini e i consumi delle famiglie, si è scelto di monitorare una famiglia per ciascuna delle dieci municipalità di Napoli e si sono analizzati i consumi di quattro tra i principali elettrodomestici utilizzati dalla famiglia. L’analisi dei consumi elettrici degli elettrodomestici nelle famiglie delle diverse municipalità di Napoli restituisce una fotografia delle abitudini delle famiglie. L’utilizzo della lavatrice, ad esempio, è ancora molto frequente nelle fasce orarie del mattino in cui il costo dell’energia elettrica risulta essere più elevato. Infatti, nel 75% delle famiglie in cui è stato monitorato il consumo della lavatrice è stato effettuato almeno un ciclo di lavaggio nella fascia F1. Solo il 25%, mette in funzione questo elettrodomestico nelle fasce orarie e giornaliere economicamente più vantaggiose. Nel 55% delle famiglie è stato individuato almeno un elettrodomestico posto in modalità stand-by: uno di questi è arrivato a consumare 432 Wh, che in un anno è circa pari al 5,3% dei consumi elettrici medi delle famiglie italiane.
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