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Napoli Futsal, il presidente Perugino: «Saremo ancora protagonisti. Il calcio a 5 deve essere sostenibile, De Laurentiis un esempio, lo aspettiamo ad Aversa»

Napoli Futsal, il presidente Perugino: «Saremo ancora protagonisti. Il calcio a 5 deve essere sostenibile, De Laurentiis un esempio, lo aspettiamo ad Aversa»

AVERSA – La passione infinita per il futsal, il rispetto delle regole, l’ambizione di vincere, gli esempi da seguire. Rabbia e determinazione, perché davanti alle difficoltà si cerca sempre la soluzione migliore e si lavora subito per una prospettiva diversa. Lo sport, i ragazzi, la chiave della felicità, ma il futuro deve essere con una direzione precisa. Dal 2012 sui campetti in erba sintetica al 2023, al terzo anno di serie A: il presidente Serafino Perugino e la sua creatura, quel Napoli Futsal che rappresenta ormai una parte della sua vita.

Partiamo dall’anno scorso, il sogno scudetto si ferma ancora in semifinale.

“Prima di tutto ribadisco i miei complimenti alla Feldi Eboli, hanno meritato di vincere il tricolore. Tanta delusione, ma non è un fallimento. Per una società giovane, al secondo anno di serie A, siamo stati davvero a un passo dalla finale. Abbiamo alzato di molto il livello di visibilità del nostro club, una stagione sportiva comunque da ricordare, anche se le ultime due partite sono state davvero brutte. I consuntivi si fanno dopo ogni anno ed era giusto fare un piccolo rinnovamento. Per questo ho deciso di fare qualche cambiamento, partendo dall’allenatore. Ovviamente la scelta di Colini, con il suo palmares vincente, vuol dire affidarsi completamente a lui e alle sue indicazioni. Ho adeguato la rosa secondo le esigenze della nuova guida tecnica”.

Una parte finale di campionato caratterizzata dalla vicenda Cacau, finita su tutti i giornali.

“È stata una bruttissima parentesi, è scappato, come tutti sapete, alla vigilia della terza semifinale decisiva. Abbiamo intentato causa alla Fifa Football attraverso lo studio legale dell’avvocato Grassani, chiedendo un risarcimento danni. È evidente che quella partita sia stata caratterizzata da quell’atto vile, creando uno squilibrio psicofisico nei giocatori”.

Palabarbuto no, Cercola addio, nessun impianto a Napoli, ora si gioca ad Aversa. 

“È necessario fare chiarezza. La casa del Napoli Futsal è Napoli, ma io non ho un palazzetto dello sport. Le ultime istituzioni sono state vicine al nostro percorso virtuoso, ma la vicinanza non si è tramutata in una effettiva disponibilità di una struttura che potesse accogliere una squadra di A. Non ci sono state fatte promesse, dobbiamo essere onesti, ma è anche vero che al Palabarbuto non ci è stata data la possibilità di giocare, né ci sono le condizioni per andare al Palavesuvio (l’impianto che ha ospitato la Final Four di Coppa Italia) perché è una struttura polivalente che non prevede la possibilità di avere il parquet fisso. Altri palasport, con misure e tribune adeguate per ospitare una serie A non ci sono a Napoli. Non dipende da me, dal club. Ed è allucinante. Dispiaciuto sì, ma non posso fermarmi davanti a questo. A Cercola mi sono sentito a casa, ma ora era necessario misurarci su un parquet che rispettasse le normative europee con la speranza di arrivare un giorno anche a disputare una competizione internazionale. Aversa rispetta tutte queste credenziali e la città ci ha accolto a braccia aperte. Sono convinto che tutti continueranno a seguirci anche qua. Certo, il mio sogno resta quello di poter tornare a Napoli, magari al Collana, dove c’è un progetto, dove ci siamo fatti avanti con un incontro. Vediamo quali sono le prospettive, ma il futsal deve essere attenzionato come uno sport di primo livello”.

 

 

 

Academy Napoli Futsal, un progetto voluto da capitan Perugino, fiore all’occhiello del club.

“La possibilità di fare sport per i ragazzi è stata una mia precisa volontà dal primo giorno. Sappiamo benissimo il valore primario di fare attività a livello giovanile anche in quartieri difficili. La nascita della Academy va in questa direzione, e l’iniziativa di Fernando sta riscontrando un grandissimo risultato. È fondamentale insegnare il futsal ai più piccoli, è uno sport bello, dinamico e formativo”.

Un mercato che ha visto ancora una volta il Napoli protagonista.

“Colini ha le chiavi di questa squadra, c’è una forte caratterizzazione partenopea, credo molto e da sempre a questo senso di appartenenza. Abbiamo allestito un roster combattivo, ci sono dei club che forse hanno qualcosa in più, ma saremo pronti a lottare fino alla fine per portare un trofeo a Napoli”.

Lo scudetto del calcio, l’amicizia con il presidente De Laurentiis.

“La sinergia col Napoli mi riempie d’orgoglio. Io guardo al presidente De Laurentiis con stima e rispetto, per me è un esempio da seguire sotto tutti i punti di vista. Il fatto che lui si sia interessato al futsal è perché resta un visionario anche nelle dinamiche del nostro sport, come il tempo effettivo, l’espulsione temporanea che lo affascinano. E poi ha riconosciuto il valore del nostro club, ci segue con interesse e con partecipazione anche con il suo profilo twitter. Lo aspettiamo presto ad Aversa per una partita di campionato. Mi spiace che non si sia potuta creare una sinergia col basket, l’idea era quella di creare un polo sportivo a Fuorigrotta, evidentemente non eravamo ben voluti”.

Il campo darà come sempre il suo verdetto con il risultato sportivo, ma ci sono altre sentenze che colpiscono.

“Il futsal non ha ancora una reale sostenibilità, si basa tutto sulla capacità dei presidenti e dei propri patrimoni familiari e aziendali. C’è un momento di difficoltà, dobbiamo vendere il nostro prodotto per creare delle plusvalenze e riuscire a programmare meglio. Le indicazioni del presidente Bergamini sono da apprezzare, abbiamo fatto un cammino importante, ma dobbiamo avanti con un progetto più ambizioso. L’esclusione del Pescara è stata molto dolorosa, una società simbolo di questo sport: vederla scomparire così, deve essere un campanello d’allarme. Bisogna capire definitivamente in che direzione andare per non far sì che sia un viaggio senza ritorno. Ci sono budget spropositati per tutti, la riforma dello sport ci costringe ancora di più a strutturarci come impresa, ma in realtà continuiamo ad essere dilettanti. Siamo tutti bravi a voler vincere, a voler prendere il miglior giocatore, ma questo spettacolo deve avere basi solide, altrimenti il futuro non sarà roseo”.

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