NAPOLI – Il 17 giugno alle ore 18 sarà proiettato presso il cinema teatro Magic Vision di Casalnuovo il cortometraggio “Memories senza tempo del cuore” frutto dell’incontro tra l’autrice del soggetto Giusy Ferro col regista Amedeo Staiano. Si tratta di un viaggio onirico che la protagonista compie attraverso il proprio inconscio ripercorrendo tempi e luoghi remoti dentro di se, attraversando una dimensione passata, quasi come rievocando un sogno.
Il cortometraggio è ambientato nel dopoguerra fine anni 40, il soggetto é di Giusy Ferro, la sceneggiatura scritta in collaborazione con Amedeo Staiano, che firma anche la regia.
Il corto tocca una tematica sociale molto delicata. In quel periodo devastato dalla guerra era abbastanza usuale “affidare” i figli a famiglie benestanti. Il corto racconta l’amore infinito di una Mamma che sacrifica il suo rapporto per dare un’opportunità a sua figlia.
I costumi di scena sono stati curati da Annalisa Ciaramella, il trucco da Erica Riccio, mentre le musiche originali da Vincenzo Puca.
La regia sceglie una linea semiologica molto estrema, mettendo in scena due tempi contemporaneamente e creando uno spazio estemporaneo. Nel cast, Giusy Ferro con Tina Scatola, Andreina Raucci, Antonio Fiorillo, Marianna Manna, e la piccola e talentuosa debuttante Marina Piscopo.
“L’idea di realizzare questo corto – spiega Giusy Ferro – nasce da una storia realmente accaduta: un racconto di mia nonna che ha vissuto la fame e la precarietà del periodo della seconda guerra mondiale. Si tratta, nello specifico, dell’immediato dopoguerra. Siamo in un gelido gennaio del 1945. Era solito, in quel tempo, per le famiglie che vivevano in condizioni di estrema povertà, non essere in grado di poter sfamare i propri figli e per questo cederli a famiglie benestanti, qualche volta addirittura venderli. Non è il caso di questa storia, in cui la mamma cede la figlia solo ed esclusivamente come atto di grande amore affinchè possa dare, almeno a lei, la possibilità di un futuro migliore.
A completare il cast sono Marica Manna: la sorella della protagonista. E’ il suo esordio come attrice; la sua figura appare durante il viaggio che la protagonista fa all’interno della propria coscienza attraversando il suo io più profondo; ripercorrendo tempi e luoghi remoti dentro di sé come un ricordo sbiadito, dimenticato che le appare di colpo più attuale che mai.
Tina Scatola è la mamma per eccellenza; colei che si toglie il pane dalla bocca per sfamare i propri figli ed è disposta a tutto per il bene di essi, anche abbandonarli… può sembrare contraddittorio ma non lo è ; quest’ultima compie un gesto molto sofferto e di grande valore umano. Il dramma lo si legge nei suoi occhi, un dolore contenuto che sembra scoppiargli dentro, affinchè non traspare alla figlia.
Andreina Raucci é la signora Carmela e rappresenta la tipica donna benestante degli anni quaranta, lei e suo marito sono molto ricchi ma allo stesso tempo si sentono tanto poveri e soprattutto molto soli poiché non hanno avuto nella loro vita la ricchezza più importante ovvero la gioia di avere un figlio. E’ una donna che ha tanto amore da dare ma nessuno a cui darlo.
Il marito, Antonio Fiorillo, è un uomo molto pacato, si sente in colpa per non essere riuscito a dare un figlio a sua moglie, nei suoi silenzi, nelle sue espressioni e in quelle poche battute si comprende la sofferenza di non avere nessuno alla quale lasciare la propria eredità frutto di anni di lavoro e sacrifici. La compassione che prova per piccola malnutrita è tutta racchiusa nel gesto simbolico di donarle una caramella ma in realtà vorrebbe dargli tanto altro.
Anche per Marina Piscopo, nel ruolo della figlia, è stato un esordio, ed è stata una vera e propria rivelazione; nessuna battuta, solo piccoli gesti, pochi sguardi che hanno avuto la potenza di raccontare più di qualunque parola il disagio interiore che stava provando. Il non accettare una caramella, da parte di una bambina che forse le caramelle le aveva solo sognate nella sua vita, è un gesto molto profondo che comunica il disagio di ciò che stava accadendo e dalla quale non poteva ribellarsi.
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