«“Blackout” rappresenta un momento di buio», intervista a LaFlamme

Il cantautore romano LaFlamme, Riccardo Zecchinelli, è la rappresentazione viva di una rinascita artistica, un ritorno alla vita dopo un periodo di oscurità. Dal 6 ottobre è disponibile il suo singolo d’esordio dal titolo “Blackout”. Per l’occasione lo abbiamo raggiunto e gli abbiamo posto qualche domanda. 

 

Ciao Riccardo, partiamo subito dalla domanda più scontata: perché hai scelto come nome d’arte LaFlamme?
Vi ringrazio intanto per questa chiacchierata, il nome d’arte LaFlamme rappresenta la fiamma ardente della musica che scorre dentro di me, più forte e vigorosa che mai. È un’immagine potente e forte, serviva qualcosa che potesse rappresentarmi a pieno, difatti l’ho scelta perché dopo un periodo di smarrimento ho ritrovato la mia strada, come se fossi tornato a splendere, come una fiamma. Ho scelto il francese perché stilisticamente è una lingua molto elegante ed educata e io di animo mi sento così.

Ci parli del tuo primo singolo, “Blackout”?
“Blackout” rappresenta un momento di buio, di profondo smarrimento. ho voluto rappresentare quel momento nella vita dove non esiste più luce intorno a te e i colori non hanno più senso, non destano nessuna emozione. Con questa canzone ho voluto far sapere a una persona che ci sarò sempre per lei perché la amo profondamente

Secondo te qual è il significato del termine cantautore? Soprattutto declinato al giorno d’oggi periodo in cui tutti si definiscono cantautori…
Credo che un cantautore sia un narratore che racconta le varie sfumature della propria vita attraverso le canzoni, un narratore che trasforma esperienza e riflessioni in musica e parole così da poterle condividere con il prossimo. Credo che un cantautore giochi un ruolo fondamentale nella vita di qualunque persona se questa persona è pronta ad accogliere.

Tornando ancora al cantautorato: quali cantautori sono più vicini a te e per quali sensibilità?
Sicuramente Franco Battiato, un’anima spirituale che guardava al di là di ciò che è materiale, analizzava il sentimento umano e scavava profondamente nell’anima con molta cura. Più ribelle ma anche lui molto introspettivo e riflessivo Marco Masini, altro artista fondamentale per il mio modo di intendere la musica. Essendo romano e della stessa zona dico anche Eros Ramazzotti, trovo che sia uno dei migliori artisti pop di sempre in Italia, con una grande versatilità.

Nella musica sono fondamentali le collaborazioni, perché ti allargano gli orizzonti. Tu come ti rapporti nel fare musica insieme ad altre persone? Ci sono musicisti con i quali hai instaurato un rapporto collaborativo?
Cerco di imparare tanto da ogni artista, che abbia più o meno esperienza di me, anche se differente dal tipo di musica che faccio. Nella vita bisogna essere una spugna, soprattutto in campo musicale è fondamentale, le contaminazioni sono importantissime. Ho avuto il piacere di fare una collaborazione per un brano con un artista romano eccezionale, Cannella. Lui mi ha aiutato tantissimo sotto tanti aspetti e ho imparato molto da lui come artista e persona.

Lasceresti Roma per un’altra città e se sì perché? 
Se per fare musica dovessi essere costretto a lasciare Roma la lascerei subito, tanto le radici rimangono. Non sarà mai un addio, ma credo sia importantissimo vivere anche altre realtà.

Che cosa vede LaFlamme nel suo futuro musicale?
Dico solo una parola, fuoco!

 

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