MILANO – Chitarre acustiche, synth moog e prophet, per un brano dalle sonorità indie-rock che racconta, attraverso la metafora del vento, i momenti burrascosi della vita di coppia e non solo. Nessuna fuga di fronte alla tempesta: con capelli e cuore scompigliati a fluttuare nel vortice, affrontando con accettazione, ma senza rassegnazione, gli eventi più complessi.
Un invito a tenersi simbolicamente per mano, non solo quando il sole splende, ma anche quando il vento soffia forte e diventa un tornado. «Stare insieme in questo cerchio a volteggiare sopra il tetto, mi raccomando a non cadere giù» canta Casaluce.
Superate le vorticose turbolenze, si conquistano nuove consapevolezze e resta l’immagine dei capelli arruffati di una lei a cui l’autore rivolge, dopo un solo di stratocaster, l’amorevole invito a non pettinarsi: metafora dell’empatica accettazione dei difetti e dei malumori della persona amata.
Casaluce – voce, chitarre, sinth
Combass – basso
Francesco Pennetta – batteria
Il videoclip di “Una giornata alquanto ventosa” ha preso forma durante il primo lockdown, in un periodo di straniante stasi in cui era necessario dare libertà all’estro creativo, nonché voce a un’evasione narrativa. Così l’irriverente vento della canzone è diventato lo spirito stesso del film, un gioioso e sconquassante inno alla vita, imprevedibile e pericolosamente elettrizzante, un caos di cui ognuno ha intrinsecamente bisogno.
La regia è di Francesco Guarnori e Monica Fenu.
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