Recensione: MISSINCAT – “Earthling”

Con il suo nuovo album Earthling, Missincat, alias Caterina Barbieri, conferma il suo status di figura di culto nella scena indie internazionale, ma soprattutto nella sua patria d’adozione, Berlino. Un’opera che si rivela un mosaico di sentimenti umani osservati da una distanza quasi aliena, come suggerisce il titolo, ma che nella sua essenza rimane profondamente umana, rivelando l’intreccio di fragilità e speranze che caratterizzano ogni vita.

L’album, composto da dieci tracce, fonde sonorità elettroniche minimali con elementi acustici e orchestrali che sostengono la voce eterea e spesso ipnotica di Missincat. È un progetto in cui Caterina Barbieri ha scelto di cedere il controllo a un approccio più collaborativo, arricchendo il suo sound attraverso le collaborazioni con l’australiana Alex St. Joan e l’islandese Anton Líni. Questo distacco emotivo, derivante dal tempo trascorso con queste canzoni e dalla condivisione aperta dei brani nelle loro prime fasi, ha permesso a Missincat di creare una narrativa sonora che risuona in modo intimo e universale.

Il singolo Heart of Fire, un viaggio malinconico ma anche ottimista, riflette bene lo spirito dell’intero album. L’alternanza tra speranza e vulnerabilità si manifesta non solo nei testi, ma anche nell’arrangiamento musicale, dove beat elettronici e sezioni d’archi si intrecciano in un’atmosfera onirica e avvolgente. Missincat ha dichiarato che il brano nasce dalla volontà di trasmettere fiducia a una persona a lei cara, ma, riascoltandolo nel contesto attuale, emerge una connessione con i tempi difficili che viviamo, dove la resistenza artistica e sociale è fondamentale.

Ogni traccia dell’album, da Masquerade a Karma Police (una sorprendente cover dei Radiohead), porta con sé una visione intima, ma universalmente riconoscibile. Missincat riesce a parlare dei piccoli momenti della vita quotidiana, elevandoli in un contesto quasi cosmico, facendo emergere con delicatezza l’essenza stessa dell’umanità.

Nel complesso, Earthling è un lavoro sofisticato che merita più ascolti per essere apprezzato pienamente. È un album che non si impone all’ascoltatore, ma che richiede di essere scoperto poco a poco, come uno scrigno pieno di gemme nascoste. Missincat continua a reinventarsi, confermandosi un’artista che, pur mantenendo il suo stile inconfondibile, trova sempre nuovi modi per sorprendere e affascinare.

MISSINCAT – ph. Cathleen Wolf

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