ROMA – Ludovico Docimo, napoletano, classe 1961, Direttore del Dipartimento Medico-Chirurgico di Alta Specialità dell’Azienda Ospedaliera Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, è il nuovo Presidente incoming della Società Italiana di Chirurgia, una delle più prestigiose società medico-scientifiche italiane. L’elezione per il triennio 2025-2028 è arrivata, come da tradizione, con tre anni di anticipo, nel corso del 124esimo congresso della Società Italiana di Chirurgia che ha celebrato a Roma i suoi primi 140 anni di attività.
Origini calabresi, con cittadinanza onoraria del Comune di Rose (Cosenza), Ludovico Docimo, da 20 anni professore ordinario di Chirurgia generale all’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, è attualmente presidente del Collegio dei Professori Ordinari di Chirurgia Generale delle Università Italiane ed è tra i massimi esperti in ambito nazionale di chirurgia mininvasiva, di chirurgia dell’obesità e di chirurgia oncologica.
“Recuperare i ritardi causati dall’emergenza pandemica, migliorare sempre più le tecniche di chirurgia mininvasiva e sviluppare l’utilizzo dell’intelligenza artificiale in chirurgia oncologica”. Così il prof. Docimo disegna alcune delle grandi sfide che aspettano nei prossimi anni la chirurgia italiana.
“Nonostante le attività chirurgiche non siano mai state interrotte i ritardi anche diagnostici causati dalla pandemia – sottolinea Docimo – hanno determinato preoccupanti conseguenze su numerose patologie, con l’inesorabile affollamento dei pronto soccorso e con le inevitabili ricadute sulla formazione dei nostri giovani. In questa contingenza dobbiamo allora impegnarci con grande determinazione nei complessi processi di recupero già avviati, poiché nei momenti difficili le attività mediche e scientifiche devono continuare ad assicurare il proprio ruolo di riferimento propositivo e strategico per il nostro Paese”. Un milione di interventi chirurgici rimandati nei due anni del picco dell’emergenza pandemica è un dato drammatico con cui confrontarsi così come più volte evidenziato anche dal Ministero della Salute. “Ma c’è di più anche da un punto di vista prospettico – spiega Docimo – perché, in virtù di oltre 2 milioni e mezzo di screening all’anno in meno registrati durante la pandemia rispetto al dato del 2019, si prevede che nei prossimi anni ci sarà un aumento dei pazienti oncologici di oltre il 20%”.
A questa ulteriore emergenza, però, si può rispondere con un sempre maggior ricorso all’utilizzo dell’intelligenza artificiale in ambito diagnostico. Un settore in cui Ludovico Docimo porta avanti, già da un lustro, un progetto pioneristico in seno all’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”. “Prevenzione non significa soltanto evitare di ammalarsi – evidenzia Docimo – ma anche e soprattutto mirare alla tempestività nelle diagnosi ed in tal senso l’archiviazione scientifica dei grandi dati in campo medico può sicuramente contribuire in misura determinante a questo intento se convertita in preziosi algoritmi, consentendo una potenziale accelerazione del percorso diagnostico, fino a predire la comparsa e l’evoluzione di malattie oncologiche complesse e dando il giusto rilievo ad una notevole quantità di informazioni epidemiologiche, cliniche, strumentali e terapeutiche, già disponibili nelle nostre casistiche”.
Ecco che, come sottolinea il neopresidente incoming, “la Società Italiana di Chirurgia, deve impegnarsi sempre più per diffondere il progresso tecnologico e chirurgico su tutto il territorio nazionale e trasmetterlo alle giovani generazioni, per garantire ai nostri pazienti standard qualitativi sempre migliori nel rispetto della universalità delle cure, delle competenze e delle garanzie individuali”. Ma per Docimo ci sono anche molte altre emergenze da affrontare nei prossimi anni: “penso anche alle continue aggressioni in pronto soccorso, alla tutela legale dei medici, alle carenze di organico, alle liste di attesa”. Problemi importanti con i quali, chiosa Docimo, “bisogna confrontarsi con urgenza”.
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