Italia in prima linea negli investimenti in cybersecurity, ma la sfida resta trovare talenti

Italia in prima linea negli investimenti in cybersecurity, ma la sfida resta trovare talenti
Italia in prima linea negli investimenti in cybersecurity, ma la sfida resta trovare talenti

(PRIMANOTIZIE) MILANO, 14 APRILE 2025 – L’Italia si conferma tra i paesi più attivi negli investimenti in sicurezza digitale, ma a fronte di un aumento delle minacce informatiche e dell’adozione dell’intelligenza artificiale, resta forte il gap di competenze. A dirlo è il report CIO 2025 Outlook di Experis, brand tecnologico di ManpowerGroup, che ha analizzato il punto di vista di oltre 1.390 leader IT globali (tra cui 480 CIO e CTO e 913 decision maker), con un focus anche sul mercato italiano.

Nel 2024 i danni economici provocati dai crimini informatici nel mondo hanno toccato i 9.500 miliardi di dollari. In Italia, l’86% dei responsabili IT prevede un aumento degli investimenti in cybersecurity nel 2025, superando la media globale (77%). Tuttavia, solo il 37% dichiara di aver già definito una strategia di gestione del rischio, mentre meno del 30% segnala un uso corretto e diffuso degli strumenti di sicurezza da parte del personale.

Tra le nuove sfide, l’integrazione dell’Intelligenza Artificiale si posiziona al secondo posto. Il 67% delle aziende italiane prevede di aumentare gli investimenti in AI, con un approccio generalmente proattivo: il 47% dei CIO italiani è convinto che l’AI trasformerà radicalmente il settore, mentre solo l’11% ne mette in dubbio la sostenibilità nel lungo periodo. Ma il 35% teme che manchino i fondi per un’implementazione adeguata, ben oltre la media globale del 25%. “La figura del CIO si sta trasformando nel motore dell’innovazione aziendale,” ha dichiarato Salvatore Basile, Direttore di Experis Italia. “Ma la tecnologia – ha aggiunto – da sola non basta: servono competenze. La formazione diventa la leva strategica per garantire l’efficacia degli investimenti. Collaborare con partner specializzati, capaci di rispondere con flessibilità ai bisogni aziendali, è oggi essenziale.”

Il vero punto debole resta la formazione. Secondo il report, il 78% delle aziende italiane denuncia una forte carenza di talenti nel settore IT. Le università non riescono a tenere il passo con l’evoluzione tecnologica e le imprese non sempre compensano con adeguati programmi interni: solo il 28% dichiara di offrire corsi di aggiornamento regolari per il personale IT.

Eppure, la formazione è ritenuta fondamentale: il 42% dei lavoratori la considera uno strumento efficace per acquisire competenze, subito dopo l’esperienza diretta (47%). Per colmare il gap, il 52% delle imprese cerca di inserire l’AI nei ruoli esistenti, il 42% punta a combinare competenze tecniche e strategiche e il 37% lavora per rendere i ruoli più versatili. (PRIMANOTIZIE)

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